Stefano Muzi: "Numerose azioni di tutela dell'ambiente in Riviera"

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’area turistica della Riviera si rifà il trucco in vista dell’ultima tappa della corsa ciclistica Tirreno-Adriatico. La cronometro si disputerà sul circuito del lungomare il 14 marzo.

In questi giorni gli operai del Comune stanno procedendo alla rimozione di 68 palme secche, 15 pini ed olmi e quattro Eucaliptus avvizziti. L’intervento interessa i tratti del lungomare che di volta in volta prendono il nome di viale Marconi, viale Scipioni e viale Rinascimento. La spesa ammonta a 11.200 euro + Iva (totale 13.600). I lavori sono stati affidati ad una ditta specializzata di Valle Castellana (TE). Sempre in questo tratto di lungomare si sta ultimando la ripiantumazione di 107 tamerici rosa e rosse, poiché con il passare degli anni molte essenze arboree erano invecchiate ed ammalate.

La Riviera conta circa 10mila piante di palma, di cui più della metà di proprietà pubblica. L’amministrazione comunale svolge cinque trattamenti l’anno per prevenire l’azione distruttiva del coleottero fitofago “punteruolo rosso”, che è in periodo di colonizzazione da marzo ad ottobre.

Le palme trattate con regolarità sono circa 3mila, e la priorità è attribuita a quelle definite “monumentali” della rotonda Giorgini, di via Pasqualetti e viale Buozzi, oltre ai palmizi della rotonda Salvo D’Acquisto di Porto d’Ascoli.

In viale Trieste, appena si saranno conclusi i lavori di riqualificazione dei primi 400 metri  del lungomare nord, verranno rimosse e successivamente ripiantumate quattro palme Washingtonia e due Phoenix: sono morenti poiché non hanno bene attecchito.

In viale De Gasperi lato est, qualche tempo fa sono state sostituite le cycas, palme nane, poste nelle aiuole.

“Un’amministrazione che si tinge sempre più di verde, il colore dell’ambiente e della sua tutela”, asserisce Stefano Muzi, presidente della commissione consiliare ambiente e lavori pubblici.

Nei giardini di via Olindo Pasqualetti è stata riparata la pompa ad immersione per il ricircolo dell’acqua. Con essa è stato ripristinato l’effetto a cascata, nello stagno ubicato all’interno dell’area verde, per una spesa di qualche migliaio di euro. Nella stessa zona si sta procedendo alla ripiantumazione di alcuni lecci, i quali sono morti a causa dell’innalzarsi della falda acquifera che porta a far comparire l’acqua ad appena un metro di profondità, facendo così marcire le radici.

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