Abusivismo sulle coste. Le Marche al 7° posto in Italia

ANCONA – Il terremoto a Ischia ha riportato in auge la polemica sull’abusivismo edilizio e sulle conseguenze dell’illegalità. Se le Marche a proposito di terremoto hanno già pagato un carissimo e tragico prezzo sull’Appennino, c’è da dire che anche sulla costa non si può ignorare che il cemento sovrabbondi.

Secondo il rapporto di Legambiente-Mare Nostrum 2017 sulla costa che va da Gabicce Mare a San Benedetto ci sono pochi  gli scempi edilizi. Le Marche sono collocate al settimo posto su 15 regioni costiere nel cosiddetto “ciclo dell’illegalità del cemento”.

Nel 2016 sono state accertate 220 infrazioni, denunciate o arrestate 344 persone ed effettuati 19 sequestri. La serie di abusi e reati contribuisce nel computo nazionale per il 5,8% del totale. La nostra regione precede anche la Sicilia che ha un perimetro di coste molto più lunghe.

Al primo posto la Campania per un 20% di fatti illegali  e all’ultimo il Molise con 1,4%. Secondo il rapporto a “sfregiare la costa è soprattutto il “vecchio abusivismo”, quello che da decenni sopravvive alle demolizioni, quello delle seconde case in riva al mare che godono delle particolari attenzioni di alcuni politici i quali tentano di impedire che arrivino le ruspe”.

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