Acquaroli lancia la campagna elettorale :”Avremo le Marche dalla nostra parte”

Kermesse del centrodestra ieri sera con il presidente di Regione uscente Francesco Acquaroli che ha rivendicato il lavoro fatto dalla giunta regionale nel quinquennio e si dice convinto di una vittoria per un secondo mandato.

“Avremo le Marche dalla nostra parte, – dice dal palco dell’Eurosuole Forum di Civitanova Marche davanti a quasi 5mila persone, con tutte e nove le forze politiche in campo nella coalizione – per restituire ancora più sanità, servizi sociali, infrastrutture, più competitività, ricerca e sviluppo, turismo. Più opportunità per giovani e famiglie, più Marche.  Questo è ciò a cui abbiamo lavorato e non vogliamo interrompere un percorso straordinario”. “Nulla è impossibile a chi crede, – afferma -, a chi gioca in squadra e resta unito. L’obiettivo è restituire alla regione la competitività, uscendo dall’umiliazione di una regione in transizione e tornare a regione guida in Italia ed Europa. Voi ci spingerete alla vittoria”.
Tra i temi più sentiti quello della sanità che scalda in particolare la campagna elettorale. “E’ peggiorata negli ultimi cinque anni?” chiede il presidente seguendo il consueto refrain: “come se in mezzo non ci fosse stata una pandemia”, la chiosa di Acquaroli che elenca gli ultimi dati (“+10% di prestazioni ambulatoriali rispetto al 2019”; +15% di prestazioni nei primi cinque mesi dell’anno), ricordando come a seguito dell’emergenza pandemica la domanda di prestazioni sanitarie sia cresciuta quasi del “40%”. Rispedisce al mittente la “speculazione” sul tema che, osserva, “non è di carattere regionale ma nazionale.
Tutte le regioni hanno problemi con le liste d’attesa”. Punta il dito sulla mancata programmazione da parte di governi precedenti che avrebbero dovuto “formare i medici per il turnover dal 2021 in poi”, formazione per cui servono oltre dieci anni. “Doveva farlo Acquaroli?”, chiede ai presenti. Rivendica la riforma delle aziende sanitarie per superare un modello che “ci aveva consentito di essere regione virtuosa ma che aveva perso la sua spinta propulsiva” e aveva portato ad un meccanismo “politicizzato”. Sull’accusa di favorire la sanità privata, Acquaroli si dice particolarmente dispiaciuto, sottolineando che mai nessuno come il governo Meloni ha “combattuto la pratica dei gettonisti” e ha cercato con il decreto del ministro Schillaci di evitare questa pratica e ridurre le liste d’attesa mentre lo “schema normativo precedente avvantaggiava la sanità privata: “la sanità privata convenzionata – osserva – concorre con la sanità pubblica ma non detta le regole”.


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