Ad Ascoli sabato il “Furia Queer” Pride

Sabato 7 giugno Ascoli Piceno sarà “Furia Queer:” arriva il primo pride organizzato in città. I partecipanti si troveranno in concentramento alle ore 15:30 ai Giardini Pubblici di Corso Vittorio Emanuele, per poi partire in corteo alle ore 16:15.
Il percorso si snoderà lungo Corso Vittorio Emanuele e Piazza Arringo, per poi voltare in Piazza Roma e attraversare Piazza del Popolo. Quindi via del Trivio fino a raggiungere nuovamente Piazza Roma, punto finale della parata.
“Il Piceno Pride – “Furia Queer” – sarà il primo Pride nella storia di Ascoli Piceno. Un momento topico, carico di emozione e significato, che segna un passo fondamentale: una giornata di rivendicazione identitaria, celebrazione e lotta che nella provincia ascolana ha tardato fin troppo ad arrivare. La manifestazione nasce dal desiderio e dalla necessità di portare nel cuore del Piceno una voce chiara e fiera che affermi i diritti, la dignità e la complessità delle vite LGBT*QIAP+, e che rimarchi i principi della lotta transfemminista intersezionale. Non sarà una semplice parata, ma un atto collettivo di visibilità politica e culturale. Con il primo Piceno Pride rivendichiamo che: Ogni femminicidio, lesbicidio e transicidio è un crimine di Stato; La riforma della scuola reprime il dissenso, nega le identità che divergono dal binarismo etero-cis normato (cioè quello che prevede come esistenti solo i due generi “maschio” e “femmina”) ed è quindi nemica delle nostre soggettività; Siamo contro il riarmo e le guerre coloniali ed estrattiviste dell’Occidente. Sosteniamo la resistenza e il diritto dei popoli oppressi a difendersi; Il nostro sostegno è con la lotta del popolo palestinese, contro ogni forma di colonialismo e volontà genocidaria; Il decreto sicurezza rappresenta una stretta autoritaria contro chiunque sia consideratə “diversə”, poverə, scomodə o dissidente; La nuova proposta di legge sull’affido esclude le famiglie queer, monogenitoriali e non conformi, limitando concretamente la possibilità di sottrarsi a relazioni abusanti, sia per la persona che subisce l’abuso, sia per i figli coinvolti;  La sanità pubblica ci respinge: veniamo medicalizzati, infantilizzati, privati dell’autonomia decisionale. Ci viene negato l’aborto come donne e persone con capacità gestante; Pretendiamo città a misura di tutti, che ripensino la loro attraversabilità e i loro spazi in ottica intersezionale, così da non riprodurre più esclusioni abiliste o basate su razza, genere e classe. Vogliamo una società in cui ogni corpo e ogni soggettività sia libero di esistere, muoversi e vivere senza ostacoli, violenza o discriminazioni” dicono gli organizzatori

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