Ad Ascoli va in scena la transizione verso l’economia circolare: il ruolo dell’ecodesign

Questa settimana il corso il corso Women in Green & Intelligenza Artificiale promosso da Marche a Rifiuti Zero nell’ambito del progetto Women in Green for Sustainability finanziato dal Centre for European Volunteering – Programma VERA 2025, ospita la prof. Lucia Pietroni, Direttore del Master di I livello in Ecodesign ed Ecoinnovazione della Scuola di Ateneo Architettura e Design dell’Università di Camerino ad Ascoli Piceno.

L’ecodesign è un nome nuovo e accattivante, esordisce Lucia, ma la materia nasce negli anni ‘90 del secolo scorso, come “Requisiti ambientali del prodotto industriale” e riguarda l’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla produzione allo smaltimento, includendo aspetti come l’uso di materiali riciclati, il consumo energetico, le emissioni, la gestione dei rifiuti e la durabilità.

Oggi abbiamo capito che la formazione su questi temi è importante perché la progettazione consente di ridurre gli impatti ambientali della produzione e favorisce la sostenibilità ambientale, concetto introdotto per la prima volta 1987 per definire la corretta correlazione tra dimensione economica, sociale e ambientale.

Un quarto della popolazione mondiale consuma l’80 per cento delle risorse mondiali in un tempo minore di quanto la natura ci mette a riprodurle. Questo squilibrio rende essenziale ridurre l’impatto ambientale in tutte le fasi del processo: preproduzione, produzione, imballaggio, distribuzione, uso del prodotto, dismissione.

Si tratta di una nuova opportunità economica e di sviluppo che può trasformare metodi di lavoro e principi di condotta etica. In quanto interfaccia tra impresa mercato e società, il designer assume un ruolo strategico e introduce nuovi scenari sostenibili: minimizza il consumo risorse, sceglie materiali e processi a basso impatto, favorisce l’assemblabilità, il riciclo e il riuso, crea nuovi concept e servizi di utilità sociale.

Questa nuova consapevolezza dei limiti delle risorse ribalta il concetto di benessere attraverso soluzioni sostenibili e funzionali che consentono di vivere meglio consumando meno, senza recare danno agli ecosistemi e garantendo la possibilità di scelta delle generazioni presenti e future. Per questo la necessità di far capire il contributo dei progettisti alla sostenibilità è ancora attuale.

Non possiamo ripulire il nostro mondo a discapito di popolazioni che ancora devono svilupparsi. Oggi sappiamo che dobbiamo cambiare modello di sviluppo e modificare i modelli di produzione e consumo dal punto di vista economico, sociale e ambientale, come ci dice l’obiettivo 12 dell’Agenda 2030: Consumo e produzione responsabili, che mira a garantire modelli sostenibili di produzione e consumo per ridurre l’impronta ecologica del pianeta. L’obiettivo promuove pratiche che prevedono “fare di più e meglio con meno”, riducendo lo spreco di risorse, il consumo di materiali tossici e la produzione di rifiuti.

Anche il PNRR, che ha supportato economicamente progetti importanti e ben finanziati, ha tra i propri obiettivi l’economia circolare, rifiuti zero, la trasformazione dei rifiuti in risorse.

Se consideriamo che l’80% dell’impatto ambientale avviene allo stadio progettuale, allora comprendiamo come è necessario affidarci all’ecodesign per garantire un modello economico sostenibile, rigenerativo, bio ispirato, dobbiamo imitare la natura, che è efficiente e si basa su massimo rendimento con minimo investimento.

Ridurre consumo di risorse, ottimizzare quelle che abbiamo, mantenere gli obiettivi degli ecosistemi, non lasciare capitale costruito, ma piuttosto lasciare le condizioni naturali per consentire alle nuove generazioni di generare la propria idea di benessere.

Ciò significa, in parole povere, trasformare da lineare a circolare. Coniugare benessere economico con sostenibilità, favorire la rifabbricazione, allungare il ciclo di vita dei prodotti.

Nessuna risorsa deve andare sprecata nel realizzare la nostra produzione: i prodotti sono smantellati e rigenerati per essere restituiti ai produttori, con parti tecniche da rigenerare e parti biologiche da restituire alla natura, attraverso un trasposto basato su energie rinnovabili.

L’incontro si conclude con un invito a partecipare al nuovo bando del Master in Eco-design & Eco-innovazione 2025-26:

https://www.unicam.it/bandi/2025/master-universitario-di-i-livello-eco-design-eco-innovazione-strategie-metodi-e

La scadenza è il 17 novembre. Poi ci saranno i colloqui motivazionali per la graduatoria e le borse. Il corso inizia a gennaio. Possono partecipare anche coloro che si laureano di triennale entro l’inizio del Master e tutti i laureati di Magistrale.


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