Ameli: “In AST Ascoli Piceno serve l’epidurale, surreale la situazione attuale”

“Il gesto, seppur lodevole della donazione della vasca per il travaglio e il parto in acqua all’ospedale “Mazzoni” e “Madonna del Soccorso” da parte di soggetti privati, non può nascondere una grave carenza strutturale che affligge l’intera AST Ascoli Piceno-San Benedetto: l’assenza del servizio di partoanalgesia (epidurale) sia al “Mazzoni” che al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto. “I nostri Punti Nascita sono presidi fondamentali per la salute delle nostre comunità, e il personale sanitario che vi opera merita un plauso per la dedizione e la professionalità”, dichiara il segretario provinciale del PD Francesco Ameli.

“Tuttavia, è increscioso verificare che nel 2025, un servizio come l’epidurale, incluso nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) dal 2017, sia ancora un miraggio per le future madri del Piceno. La mancanza di un’offerta adeguata le costringe a cercare altrove, mettendo a rischio il mantenimento dei nostri punti nascita. L’impegno, è quello di far si che si possa provvedere a risolvere questa manchevolezza (unica in tutta la regione) subito dopo le elezioni regionali. “. Ameli sottolinea che la motivazione dietro la mancata attivazione del servizio è sempre la stessa: la cronica carenza di medici anestesisti, un problema che la Giunta Acquaroli non ha mai risolto. “I numeri non mentono”, spiega. “La mancanza di servizi come l’epidurale fa calare il numero dei parti nei nostri ospedali. Lo ribadiamo in ogni occasione: è necessario un piano di assunzioni serio e mirato, onde evitare di scendere al di sotto della soglia minima dei 500 parti annui per presidio ospedaliero. “. “Non bastano le donazioni per tappare le falle di un sistema sanitario che purtroppo non funziona. La nostra volontà è quella di fornire risposte concrete, frutto dell’ascolto di personale e pazienti, tra le quali l’attivazione del servizio di partoanalgesia in tutta la provincia. È un diritto delle nostre donne e una necessità per la sopravvivenza dei nostri ospedali.”.


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