Ascoli, è caos al carcere per la gestione dei detenuti psichiatrici. Il SAPPE sollecita provvedimenti

Una giornata di ordinaria follia. È questa la sintesi quanto avvenuto nelle ultime ore nel carcere di Ascoli Piceno secondo la denuncia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Questo il resoconto del segretario interregionale del SAPPE Francesco Campobasso e del segretario provinciale Donatello Di Marzio: “Ieri, due detenuti sono usciti dalla cella con la scusa di andare all’ora d’aria ma poi si sono rifiutati, rimanendo nella Sezione a parlare con altri ristretti e creando problemi alla Polizia Penitenziaria. La tensione è stata talmente crescente che poi uno dei due, albanese, ha aggredito l’altro. Questo succede anche perché il carcere di Ascoli non ha un adeguato reparto ATSM (reparto specializzato per la salute mentale, dedicato alla gestione di pazienti con disturbi psichiatrico) e tutto va a discapito dell’operatività e della incolumità fisica dei poliziotti”. “Le condizioni lavorative dei poliziotti penitenziari di Ascoli Piceno sono da tempo insostenibili: serve un adeguato un supporto di personale ed anche il Provveditorato deve fare la sua parte con un provvedimento di sfollamento della struttura, in primis dei detenuti psichiatrici e di coloro che si rendono protagonisti di fatti violenti ed eventi critici, al fine di riportare il carcere in condizioni almeno dignitose di vivibilità”, concludono i sindacalisti.

Pieno sostegno alla protesta della Polizia Penitenziaria delle Marche arriva da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché le giuste proteste dei colleghi di Ascoli Piceno e di tutte le Marche trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Il dato oggettivo è che anche questa denuncia ci conferma che la tensione che caratterizza le carceri regionali, al di là di ogni buona intenzione, è costante. Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze”. Il leader nazionale del SAPPE ricorda che “il SAPPE da decenni chiede l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene ma anche la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari.”. “Il disagio mentale, dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, è stato riversato nelle carceri, dove non ci sono persone preparate per gestire queste problematiche, mancano strutture adeguate e protocolli operativi”, evidenzia. “La Polizia Penitenziaria non ce la fa più a gestire questa situazione e nei prossimi giorni valuterà se indire lo stato di agitazione. L’effetto che produce la presenza di soggetti psichiatrici è causa di una serie di eventi critici che inficiano la sicurezza dell’istituto oltre all’incolumità del poliziotto penitenziario. Queste sono anche le conseguenze di una politica miope ed improvvisata, che ha chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari senza trovare una valida soluzione su dove mettere chi li affollava. Gli OPG devono riaprire, meglio strutturati e meglio organizzati, ma devono di nuovo essere operativi per contenere questa fascia particolare di detenuti”.


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