Ascoli, Petrone è il maggiore responsabile. Ma è sbagliato attribuirgli tutte le colpe

Non è un clima sereno quello che si respira ad Ascoli. Dopo la sesta sconfitta stagionale, i tifosi bianconeri hanno esploso la loro comprensibile rabbia. Anche nel match di ieri con l’Avellino la squadra ha giocato bene i primi 30’, poi dopo il goal dei padroni di casa non è riuscita a reagire ed è andata in bambola.

PETRONE NEL MIRINO – Il bersaglio principale dei tifosi è l’allenatore Mario Petrone. Le maggiori responsabilità di questo deludente inizio di stagione sono le sue, questo è fuori di dubbio. La scelta di mandare in campo 8/11 diversi da quelli schierati con il Crotone è stata giustificata dal tecnico “per una condizione non ottimale dovuta alla stanchezza accusata dopo il match con il calabresi”. Ma è inammissibile che dopo appena 10 giornate di campionato 8 giocatori “titolari” non riescano a reggere 2 partite nel giro di 3 giorni. E’ ingiusto e sbagliato, tuttavia, screditare le colpe tutte sull’allenatore. La squadra costruita dalla società è una squadra importante, di categoria, capace di poter benissimo lottare per i primi 8/10 posti. Alcuni giocatori come Canini, Bellomo e Cacia possono sicuramente dare di più. Anche la dirigenza non è esente da colpe: sarebbe bastato tenere un Mustacchio per permettere ulteriori soluzioni a livello tattico.

RICOMPATTARSI – Ma ora non c’è tempo per guardarsi indietro e perdersi in futili vittimismi. Sabato al Del Duca arriverà la Pro Vercelli di Foscarini, una compagine sulla carta inferiore al Picchio. Bisognerà tornare alla vittoria, per restituire alla tifoseria un po’ di serenità e fiducia. Con o senza Petrone. L’Ascoli viene prima di qualsiasi altra cosa.

 

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