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Ascoli, sui muri scritte pro e contro il Vescovo e la Cei
ASCOLI PICENO- Scritte contro la Conferenza Episcopale Italiana per l’accoglienza ai migranti della nave Diciotti ad Ascoli Piceno, il cui vescovo Giovanni D’Ercole aveva annunciato la scelta di ospitare i richiedenti asilo. Alle quelle frasi negative nei pressi dei giardini dell’Episcopio hanno risposto altre persone, vergando parole di affetto e solidarietà per il vescovo, la chiesa, il papa e anche sant’Emidio, patrono della città.
Il Vescovo ha fatto cancellare tutte le scritte. “Ad Ascoli arriveranno solo due migranti della Diciotti che saranno accolti dal vescovo in casa sua e a suo totale carico” annuncia una nota sulla pagina Facebook della Diocesi, che parla di “polemiche inutili” sottolineando la “generosità di tantissime diocesi italiane”. Sul fronte della solidarietà “concreta e urgente serve l’apporto di tutti”, tanto che il vescovo lancia un appello “in primo luogo ai cristiani e lo estende a ogni persona di buona volontà a qualsiasi ideologia o filosofia di vita appartenga. Tutti abbiamo bisogno di tutti”. Nell’omelia della celebrazione odierna, D’Ercole ha ricordato che “Bisogna continuare a camminare anche quando avvertiamo la solitudine e la fatica della strada. Papa Francesco, al quale rinnoviamo in modo corale la nostra piena fedeltà, ci ripete di non cedere alla paura. E il modo concreto per vincere le nostre titubanze è di seguire l’esempio evangelico del buon samaritano, che mentre cammina si ferma a soccorrere chi ha bisogno senza troppi calcoli. Gli osservanti della legge tirano dritto, il samaritano no e soccorre l’ignoto straniero ferito e stramazzante di dolore per terra. Questa è l’icona che oggi vorrei fosse davanti a noi perché lo straniero, il povero, chiunque esso sia, non ci faccia paura, ma ci stimoli a fermarci e a soccorrerlo anche se chi guarda ci critica e non ci comprende. Soltanto imparando quella che mi piace chiamare l’arte della prossimità in questa nostra epoca ferita dalla diffidenza, possiamo essere felici e trasmettere agli altri la gioia del servizio ai fratelli, facendo sentire con i fatti che il vangelo è profezia di vera felicità per l’uomo e per tutti gli uomini”
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