Asili nido, il Pd attacca: “Ancora 80 bambini esclusi, sconfitta per la città”

«Sono state pubblicate le graduatorie per l’anno educativo 2025/2026 e, ancora una volta, quasi 80 bambini resteranno esclusi dagli asili nido comunali. Una cifra che conferma, purtroppo, ciò che denunciamo da tempo: l’incapacità dell’amministrazione comunale di programmare servizi essenziali per le famiglie. Il nido non è un lusso per pochi, ma un diritto per tutti — dichiarano i consiglieri comunali di opposizione Ameli, Cappelli, Dominici, Luzi, Marcucci, Nardini e Procaccini — ed è sempre più evidente che, a fronte di una domanda crescente, il Comune continua a non garantire un’offerta all’altezza».

«Parliamo di un servizio fondamentale per la crescita dei bambini, non solo come supporto alla genitorialità ma come ambiente educativo qualificato, capace di offrire stimoli, relazioni e pari opportunità nei primi anni di vita, cruciali per lo sviluppo della persona. La povertà educativa, come sostengono da tempo i pedagogisti, non ha nulla a che vedere con la povertà materiale. Ma qui la si sta ignorando completamente».

L’esclusione di quasi 80 bambini non è solo un dato amministrativo: è un fallimento sociale. In un momento in cui la natalità è in calo e ogni politica dovrebbe sostenere la genitorialità, l’amministrazione ascolana va nella direzione opposta: disincentiva la natalità, accentua le disuguaglianze, abbandona le famiglie più fragili.
Gli esclusi non sono numeri, ma volti, storie, famiglie costrette a rivedere la propria quotidianità, a rinunciare al lavoro o a rivolgersi al privato con costi proibitivi. E mentre molte madri si vedranno costrette a rinunciare all’occupazione per accudire i figli, la città perde una preziosa occasione di uguaglianza sociale e di partecipazione femminile al lavoro.

«Solo grazie alle nostre sollecitazioni il Comune ha finalmente deciso di partecipare a un bando PNRR per la realizzazione di un nuovo nido. All’inizio ci dissero che “non si poteva fare”, poi — evidentemente — qualcosa è cambiato. Ma non basta assolutamente: ad Ascoli servirebbero almeno tre nuovi nidi per iniziare a dare una risposta reale a chi oggi viene escluso».

«E poi ci si domanda perché il capoluogo si spopola. Ma come si può pensare di trattenere o attrarre giovani famiglie senza garantire servizi di base, a partire dagli asili nido? — concludono i consiglieri — Anche le promesse fatte in campagna elettorale, come “la famiglia al centro” o “una città a misura di bambino”, sembrano oggi parole vuote. La realtà racconta un’altra storia: quella di un Comune che preferisce grandi opere di facciata a politiche educative strutturali. Ogni bambino escluso è una sconfitta. Ogni famiglia lasciata sola è una responsabilità politica».


Articolo Precedente

Ameli: "Le Marche, per Svimez una regione in “Stagnazione”, serve un cambio di marcia"