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Canti di questua per Sant'Antonio, il gruppo "La Pemmadora" pronto per l'edizione 2016
Anche quest’anno il gruppo “La Pemmadora” dell’Istituto Tecnico Agrario “Celso Ulpiani”, con i tipici abiti “campagnoli” e le mantelle scure, ripropone i canti di questua in onore di Sant’Antonio Abate, fondatore del monachesimo, protettore degli animali, nemico del demonio e invocato per la cura delle malattie della cute. L’edizione del 2016 – che si svolgerà dal 15 al 17 gennaio – è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione Laboratorio 14 ed il Gruppo vocale diCanto inCanto e l’Associazione Gigaro 88 composta prevalentemente da ex allievi dell’Istituto Agrario. L’intenso programma prevede – come tradizione – tantissime poste ad Ascoli, Castel di Lama, Offida, Montedinove; quindi nei paesi dell’interno come Acquasanta ed Arquata. Si andrà a far visita alle scuole e alle case di riposo. Si sa che il re della festa è il porco, pertanto il gruppo, approfittando del periodo delle “mmasciate” farà visita anche alle aziende agricole che accoglieranno i questuanti nell’aia: l’azienda Navicella dell’Istituto Tecnico Agrario, La Vergara, l’agriturismo il Fienile, l’Orto di Paolo della cooperativa Pagefa; un falò sarà il segnale che il gruppo è ben accetto. I momenti più suggestivi di questa lunga kermesse saranno l’apertura e la chiusura dei festeggiamenti: la prima ad Offida – il 15 gennaio – in cui la festa di S. Antonio aprirà ufficialmente il grande carnevale. L’ultima tappa a Montedinove – il 17 gennaio – si arricchirà della collaborazione con il Gruppo Vocale diCanto inCanto diretto dal M° Valentina Corradetti: il gruppo animerà la messa, la processione con la statua del Grande Santo, la benedizione degli animali, quindi festeggerà con gli abitanti del posto cantando lungo vie del paese e nella campagna circostante, con la speranza di rimediare qualcosa da mangiare e qualche soldino da spendere per il viaggio d’istruzione di fine anno. Speranza quasi sempre esaudita, in quanto la minaccia di ricevere i tremendi canti di maledizione è da tutti vista come una grande sciagura da evitare.
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