Carlo Vittori, l’ascolano che allenava Pietro Mennea
Si è concluso ieri sera il film “Pietro Mennea- La freccia del Sud”, andato in onda in due puntate tra domenica e lunedì in prima serata su Rai 1. Il film ripercorre la storia del campione italiano, vincitore di una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980 e non solo. Uno dei personaggi importanti della vita dell’atleta italiano è stato Carlo Vittori, allenatore di Pietro e nativo di Ascoli Piceno.
LA TRAMA- Ad interpretare Mennea è Michele Riondino: la trama parte quando il protagonista è ai blocchi di partenza della gara che gli avrebbe fatto vincere la medaglia più ambita. Da qui è ripercorsa tutta la sua vita. Quando l’Avis Barletta lo nota e lo fa partecipare alle sue gare, Pietro può seguire le gare alle Olimpiadi di Messico ’68 di Tommie Smith, che lo ispira e lo convince a voler diventare un atleta. L’allenatore ascolano Carlo Vittori è tecnico federale italiano, lo nota e gli propone di allenarsi con lui alla Scuola Nazionale di Atletica “Bruno Zauli”. Vittori nasce ad Ascoli nel 1931 ed in qualità di atleta, ha fatto parte della nazionale per otto volte, dal 1951 al 1954, ed è stato campione italiano di atletica leggera nelle stagioni 1952 e 1953, nella specialità dei 100 metri piani. Nel 1952 ha inoltre partecipato alla XV Olimpiade tenutasi ad Helsinki. Fondamentale è stato l’apporto di Vittori come tecnico per il settore della velocità della Federazione Italiana di Atletica Leggera che ha curato dal 1969 al 1986, ricoprendovi il ruolo di responsabile della strategia complessiva del training insieme ai suoi collaboratori Bonomi, Preatoni, Castrucci e Fiorenza.
Pietro entra in Nazionale, anche se in un primo momento incontra l’opposizione della madre Vincenzina (Lunetta Savino), poco convinta sulle possibilità che una professione come questa possa dare. Ma Pietro insiste, e va ad allenarsi duramente, fino a raggiungere nel 1971 il record italiano sui 200 piani. Monaco ’72 lo vede terzo classificato: Pietro non riesce a dirsi contento del traguardo. Inoltre, l’attacco di un gruppo di terroristi di Settembre nero, che uccidono undici atleti israeliani, lo getta nel panico. Con Carlotta (Alice Bellagamba), la ragazza che frequenta, è crisi. Grazie all’aiuto di Vittori, Pietro ritrova la fiducia in se stesso ed a Nizza, nel 1975, arriva primo. Il risultato non gli basta: vuole iscriversi all’Università, dove conosce Manuela (Elena Radonicich), che diventerà sua moglie. Il film-tv segue anche lo scontro tra Vittori con la Fidal ed il funzionario Masi (Gian Marco Tognazzi), che lo porterà ad allontanarsi da Pietro, che scoprirà la verità solo durante un incontro con il giornalista Gianni Minà (Paolo Giangrosso), fino alle Olimpiadi di Mosca, quando l’Italia aderisce al boicottaggi della manifestazione sportiva a causa dell’invasione sovietica dell’Afghanistan, permettendo solo agli atleti non appartenenti a corpi militari di partecipare: in questo modo, Pietro può gareggiare e vincere la medaglia.
LA PRODUZIONE- La fiction è stata prodotta da Rai Fiction e dalla Casanova Multimedia di Barbareschi, è liberamente tratta dal libro “La grande corsa”, di Pietro Mennea e Francesco Valitutti ed è stata scritta da Fabrizio Bettelli, Simona Izzo e Ricky Tognazzi, quest’ultimo anche alla regia, con la consulenza di Manuela Olivieri e di Minà. La Rai con questo film-tv vuole mostrare al pubblico valori che dovrebbero essere anche oggi seguiti nello sport: il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta nella conferenza stampa ha sottolineato come questo film-tv s’inserisca in quest’ottica.
Buona sera, sono un appassionato di atletica ed estimatore del prof. Vittori, al quale vorrei chiedere un parere sugli ultimi sviluppi della vicenda Schwazer. In particolare sul ruolo di Sandro Donati, che di lui dice:”…mi ha colpito la sua voglia di provare a vincere pulito..”
Ho atteso per giorni una sua dichiarazione in proposito su vari organi di stampa, magari la trovodomani.
Grazie