Caso Sushevich, la famiglia chiede la riesumazione

Resta ancora un mistero la morte del giovane 19enne Aliaksei Sushevic (per tutti Alessio), il ragazzo di Caselle di Maltignano travolto ed ucciso da un treno alla stazione ferroviaria di Senigallia il 7 dicembre 2014. La famiglia, tramite il proprio legale Felice Franchi, ha richiesto la riesumazione del corpo per effettuare ulteriori e specifiche analisi.

L’IPOTESI – Secondo l’ipotesi della famiglia, la morte di Aliaksei sarebbe stata conseguente ad una colluttazione che poi sarebbe degenerata in rissa da lì a poco. Tutto ciò a pochi istanti dell’arrivo del treno. A rafforzare questa tesi le lettere ricevute proprio dall’avvocato ascolano. Gli esami richiesti dovrebbero fare luce sulla presenza di possibili tracce di dna o biologiche da ricercare sotto le unghie del giovane, per capire se ci sia stata una colluttazione o meno. Tra gli elementi da accertare ci sono una frattura scomposta del femore, che non convincerebbe i familiari in quanto rinvenuta in assenza di escoriazioni o ferite che la potessero giustificare, e il mancato ritrovamento del giubbotto del ragazzo.

 

LA BATTAGLIA DI INGA – La madre di Aliaksei, Inga Sushkevic, non si fermerà sino al giorno che non verrà fatta giustizia per suo figlio. In un intervista rilasciata al settimanale Giallo, Inga se la prende con i due giovani che si trovavano con Aliaksei quella notte maledetta: “Mio figlio e i due amici, dopo il concerto, si sono recati alla stazione per far ritorno a casa. Il loro racconto è però pieno di contraddizioni.Hanno detto che Alessio ad un certo punto è andato in bagno e non l’hanno più visto tornare. Questi due però non hanno fatto nulla per trovarlo e sono tornati a casa senza di lui. Non si sono degnati neppure di avvertirmi. Il loro racconto – continua la madre di Alessio – è discordante: alla fidanzata di mio figlio hanno detto che quando Alessio è scomparso stavano dormendo sulla panchina, mentre agli investigatori hanno detto che erano nel sottopassaggio. Uno ha detto di aver controllato del bagno, l’altro ha sostenuto che il bagno era chiuso. Infine uno sostiene che hanno cercato Alessio per 50 minuti, l’altro per 5 minuti. Gli esami hanno dimostrato che la vescica di mio figlio era piena, dunque lui non può essere andato in bagno. Quei due hanno mentito per coprire qualcuno di cui hanno paura.” Solo la mattina seguente il triste ritrovamento del corpo dilaniato sui binari. “Mio figlio è stato massacrato di botte e abbandonato sui binari – conclude Inga – finchè non è passato il treno. Mi chiedo perchè non siano stati acquisiti i filmati delle telecamere.”


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