Centro Culturale islamico a Campo Parignano. Parla Khaoula El Ouechrine

Khaoula El Ouechrine ha 26 anni ed è nata a Biserta, magnifica città portuale tunisina fondata dai semiti fenici oltre mille anni fa.

Ho raggiunto Khaoula in un caffè e abbiamo parlato lungamente dei recenti fatti di cronaca locale e dei tragici eventi che hanno colpito la Francia.

Khaoula, presentati brevemente. Quando sei arrivata in Italia?

“Mi sono trasferita con la mia famiglia nel 2003 a Padova, dove ho terminato le scuole medie e iniziato il percorso di studi superiore. Nel 2009, quando mi sono sposata, una mia ex insegnante è venuta in Tunisia con il compagno a vedere il mio Matrimonio. È stato per me un gesto commovente e molto significativo! Nel 2013, dopo la gravidanza, ho completato la mia formazione laureandomi in Infermieristica col massimo dei voti.”

A scuola, appena giunta in Italia, come ti sei trovata? Ti sei subito integrata nel nostro Paese?

“Purtroppo per me quegli anni sono stati difficili perché non conoscevo bene la lingua e facevo fatica ad integrarmi. Sicuramente le difficoltà dei primi tempi erano dovute anche ai miei limiti caratteriali. Con il passare degli anni ho fatto amicizia con i miei compagni e con gli insegnanti. Quando, dopo il matrimonio, mi sono trasferita nel Piceno con mio marito, ho trovato un ambiente completamente diverso. Gli ascolani si sono sempre dimostrati delle persone veramente calorose e aperte!

Da persona di fede islamica hai mai avuto problemi a scuola?

“Non ho mai subito episodi di discriminazione. Già che siamo in tema, vorrei fare una precisazione in merito alla questione del Crocifisso, tanto discussa dai giornali e telegiornali: per me non è mai stato un problema e neppure per le persone di fede islamica di mia conoscenza. Mi dispiace se ci siano stati degli episodi spiacevoli, ma per noi il Cristo è ʿĪsā ibn Maryam, il Profeta figlio di Maria. Secondo la nostra tradizione messianica lui tornerà negli ultimi giorni. La sua figura fa parte anche della nostra religione e non possiamo che provare un profondo rispetto per Lui! Anche a Maria il Corano dedica moltissimo spazio e la nostra religione accetta il “concepimento verginale di Gesù”. Faccio un altro esempio: mio figlio partecipa alle recite e a tutte le attività che fanno gli altri bambini. Non mi sognerei mai di fare polemica o di pretendere insegnamenti differenziati. Le sue insegnanti sono bravissime e pongono molta attenzione sul rispetto della diversità.”

Cosa hai provato quando hai saputo degli attentati in Francia?

“Dopo la notte degli attentati non sapevo ancora niente perché avevo iniziato il turno di volontariato alla Croce Verde di prima mattina e, in genere, sono solita ascoltare un po’ di musica invece del notiziario. Ho notato, quel giorno, che ad ogni servizio le persone sgranavano gli occhi quando mi vedevano con il ḥijāb [il copricapo islamico, ndr]. Inizialmente non ci ho fatto caso, abituata agli sguardi curiosi delle persone. Quando sono tornata in sede mi hanno raccontato cosa era successo e a quel punto ho capito perché le persone reagivano così.”

Come ti sei sentita?

“Mi sono sentita scioccata, mortificata. Non avevo parole. L’Islam manda al mondo un messaggio di pace. Questi integralisti sono dei criminali che non hanno mai letto il Corano.”

Alcune persone di fede islamica, intervistate sulle reti nazionali a telecamere spente, pur condannando la strage, ritenevano la morte degli attentatori un “martirio”. Cosa ne pensi?

“Penso che i martiri veri siano tutti quei giovani ai quali è stata strappata la vita e il loro futuro, come Valeria Solesin. Ho visto le immagini del Bataclan. Non potevo credere ai miei occhi. Per me l’Islam significa, prima di tutto, aiutare il prossimo e amare gli altri. È per questo motivo che faccio volontariato. Non c’è stata cosa più umiliante per me che dovermi sentire in dovere di giustificare il mio credo per le azioni di questi criminali.”

Un’azione ingiustificabile, dunque.

“Ingiustificabile. È stata una follia. L’ISIS è un pericolo soprattutto per noi islamici, non solo per gli occidentali. Basti pensare che la maggior parte di quelli che lo stanno combattendo oggi sono islamici. Io stessa, per questi fanatici, sarei un’infedele, essendomi emancipata ed integrata qui in Italia. Possiamo sconfiggere l’ISIS solo se siamo tutti uniti. Farci la “guerra tra poveri” ci divide mentre insieme siamo più forti.”

È uscito recentemente un articolo riguardante la presunta richiesta di apertura di un centro islamico a Campo Parignano. Tante cose si sono dette, alimentate in primo luogo dalla disinformazione. Possiamo fare chiarezza?

“Non vi è stata nessuna richiesta perché il centro esiste già da anni! Io stessa ne faccio parte ed è regolarmente riconosciuto dallo Stato. È un luogo nel quale ci ritroviamo il fine settimana in quattro o cinque persone a seconda degli impegni familiari e professionali di ognuno di noi. Siamo disponibili ad aprire il centro e a far conoscere la nostra realtà a tutti coloro che hanno timore. Siamo persone semplici che si riuniscono già da molti anni. Se non si è mai sentito parlare di noi, evidentemente è dovuto al fatto che non abbiamo mai dato fastidio a nessuno. Sono sicura che il Centro Culturale ha fatto notizia a causa dei recenti fatti di cronaca internazionale. Siamo a disposizione della politica locale per rendere conto delle nostre attività ai cittadini e agli elettori.”

GUIDO BACHETTI