Alquanto bizzarro il comunicato del Teramo Calcio emanato questa mattina. Un comunicato, tuttavia, pieno di inesattezze, alcune davvero imbarazzanti.

• Più volte si fa riferimento nel comunicato all’ “Ascoli Calcio”, quando la suddetta società è fallita nel dicembre del 2013 e ora si chiama Ascoli Picchio.
• “Non si comprende a quale titolo l’Ascoli Calcio valuti la posizione disciplinare del nostro sodalizio”. Per valutare la posizione del Teramo Calcio, così come quella delle altre compagini indagate nell’inchiesta “Dirty Soccer”, basta leggere le numerose pagine di intercettazioni pubblicate dagli organi di stampa.
• “L’ avv. Mattia Grassani, nelle sue valutazioni dimentica di aver addirittura patteggiato, quale difensore del Grosseto, società deferita per responsabilità oggettiva, la sanzione di 6 punti in classifica, di fronte a ben 8 (OTTO!!) illeciti sportivi consumati e confessati da tesserati del sodalizio sportivo toscano tra cui il direttore sportivo”. La situazione del Grosseto nell’ambito calcioscommesse era assai differente rispetto a quella in cui versa il Teramo Calcio attualmente. Ai maremmani furono inflitti 6 punti di penalità, dopo che la Corte di giustizia federale giudicò non provato il coinvolgimento del presidente Camilli. I tesserati del Grosseto  scommettevano a sfavore del proprio club. Viceversa, nella presunta combine Savona-Teramo, la dirigenza abruzzese avrebbe consumato l’illecito a proprio vantaggio.
• “Prenda esempio l’Ascoli Calcio da società come Bassano che, pur essendo l’unica vera portatrice di interesse in quanto perdente la finale playoff in Serie B, ha assunto atteggiamento educato e distaccato”. In realtà l’Ascoli è l’unica squadra avente diritto in caso di non ammissione del Teramo in serie B. Il Bassano, infatti, ha militato in un girone differente da quello in cui ha partecipato il Teramo. Se agli abruzzesi venisse revocata la vittoria del campionato, a chi verrebbe assegnata nel girone B?