E' morto Buratti, bandiera della Samb in serie B

La S.S. Sambenedettese si unisce al dolore dei familiari e conoscenti per la scomparsa di Angelo Buratti, una delle bandiere della società rossoblù dal 1956 al 1964. Il funerale si svolge lunedì 27 febbraio alle ore 9,45 nella chiesa Sant’Antonio Di Padova

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un solista di rara fantasia e nel contempo un regista capace di sfruttare al massimo tutti i movimenti dei reparti. Dotato di ottima tecnica, venne acquistato dalla Sambenedettese Calcio nel suo primo campionato di serie B stagione 1956-57 direttamente dalla F.C. Internazionale Milano, dopo essere stato ceduto in prestito dalla società nerazzurra prima all’Alessandria Calcio e poi al Brescia Calcio.

In otto stagioni con la maglia rossoblù, sette in Serie B ed una in Serie C (Lega Pro), ha collezionato 238 presenze per un totale di 35 goal, (31 in Serie B, 4 in Serie C).

Nato a Motta Visconti il 4 luglio 1932, era rimasto a San Benedetto del Tronto fino ad oggi, dopo aver indossato la maglia rossoblù.

Riproponiamo una delle sue ultime interviste già pubblicata sul sito ufficiale della Samb anni fa: “Sono stato uno dei più giovani calciatori italiani ad esordire in serie C a soli 15 anni. Naturalmente i dirigenti del Pavia Calcio, squadra con la quale feci il debutto, falsificarono il mio cartellino. Poi venni ceduto all’Inter perché il mio allenatore a Pavia era Foni e quando lui andò a guidare la quadra nerazzurra mi volle con sé.

Per due stagioni ho giocato, in prestito dall’Inter, in serie B con l’Alessandria e il Brescia, poi a titolo definitivo alla Samb. Venni in cambio del portiere Matteucci. Il trasferimento non l’accettai subito perché avrei gradito restare a giocare nel Brescia ma il presidente Angelo Moratti mi disse esplicitamente: o vai alla Sambenedettese oppure smetti di giocare.

La Samb mi acquistò perché l’allenatore Bruno Biagini prima dell’inizio del calcio mercato aveva parlato con il mio tecnico del Brescia Osvaldo Fattori al quale chiese se conoscesse qualche valido giocatore dell’Inter da poter far giocare nella Samb appena promossa in B. Fattori gli fece qualche nome e fra questi anche il mio ma puntualizzò : Buratti non si tocca perché lo confermo nel mio Brescia. E invece Biagini ai dirigenti rossoblù obbligò il mio acquisto facilitato dal fatto che l’Inter non voleva privarsi di Matteucci.

Qualche anno dopo Fattori venne ad allenare la Samb e così diciamo che il guaio fu riparato. Dei gol realizzati con la maglia rossoblù ne ricordo uno al Ballarin nel campionato ’59-’60. Lo misi a segno contro il Brescia. Eravamo sul pari quando a meno di due minuti dalla fine della partita mi arrivò una palla in area, andai a colpirla al volo in rovesciata. Un gol bellissimo che mi aiutò a spazzare via le polemiche nate proprio alla vigilia di quella gara.

Era accaduto che il sabato mattina il presidente del Brescia, Berretta titolare dell’omonima fabbrica di armi, era arrivato all’Hotel Jolly insieme alla squadra e mi chiamò perché voleva chiedermi alcune informazioni sul conto di Alberto Eliani. Quando lo incontrai gli dissi che il mister era molto bravo e che l’avrebbe potuto ingaggiare senza problemi. L’inconveniente fu che all’uscita dell’albergo mi videro alcuni tifosi rossoblu e il giorno dopo al Ballarin iniziarono a gridarmi di tutto perché non stavo giocando bene: pensarono chissà cosa fosse accaduto in quell’albergo.

Ma quel gol in rovesciata spazzò via le critiche. Che tempi erano quelli, la società per risparmiare ci faceva viaggiare in treno nei vagoni con i sedili di legno e le nostre valige erano di ferro “.


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