E' un Ascoli troppo fragile mentalmente. Avanti Picchio, ora bisogna reagire

C’è da lavorareE tanto.

La sconfitta di ieri contro il Bari – la quarta consecutiva per 3-0 in trasferta – ha evidenziato ancora una volta i limiti dei bianconeri. La salvezza è possibile, ma per raggiungere l’obiettivo bisogna urgentemente invertire la rotta.

COSA VA… – Non tutto comunque è da buttare. Mister Mangia ha dato una quadratura alla squadra che con Petrone non c’era mai stata. Compatti in mezzo al campo, senza concedere troppi spazi all’avversario. I ko con Cagliari e Bari – seppur identici nel risultato – non hanno nulla a che vedere con quello contro l’Avellino. Se in Sardegna erano stati due infortuni di Svedkauskas a spianare la strada alla capolista, ieri l’Ascoli è stato punito alla prima sbavatura. Dire che il Picchio abbia dominato la prima mezz’ora sarebbe forse eccessivo, ma di certo le occasioni più nitide erano capitate tutte ai bianconeri. Poi nuovamente due errori individuali hanno dato il via al successo avversario: prima la trappola del fuorigioco sbagliata da Addae, poi il fallo di mano di Canini. Il Bari è stato cinico e spietato, approfittandone senza fare complimenti.

COSA NON VA… – Ed è qui che è uscito fuori il limite più grande del Picchio: l’incapacità di reagire. Se l’Ascoli non dispiace sul risultato di parità, si scioglie come neve al sole alla prima difficoltà. E’ qui che deve lavorare – e pure sodo – mister Mangia. I bianconeri non possono gettare la spugna ogniqualvolta si ritrovano in svantaggio. Non è così che si può sperare di raggiungere la salvezza. In B serve mordente. Serve cattiveria. Serve capacità di reagire. Serve fame. Serve voglia di ribaltare il risultato. Di gettare il cuore oltre l’ostacolo. E invece l’Ascoli sembra troppo fragile dal punto di vista mentale. E’ vero, prendere 9 gol in 3 trasferte non è rassicurante. Ma – esclusa Vicenza, dove vedere la mano del nuovo tecnico era pressoché impossibile – il passivo contro Cagliari e Bari è parso fin troppo pesante.

LA RUOTA GIRERA’ – La squadra dunque sembra essersi ritrovata dal punto di vista della compattezza: per le avversarie arrivare in area di rigore è ora più difficile, la differenza tra vittoria e sconfitta la fa anche – e soprattutto – il diverso valore di chi hai di fronte. Cagliari e Bari sono squadre costruite per la promozione e alla prima occasione possono metterti in ginocchio. Perugia e Trapani hanno invece qualche limite in più, e con una squadra più corta e unita in mezzo al campo né umbri né siciliani sono riusciti a trovare il gol. Se la compattezza dunque sembra esserci, da ritrovare – assolutamente – è la mentalità. L’Ascoli crolla alla prima difficoltà, e questo non va bene. Perché se martedì la Ternana dovesse passare in vantaggio, il Picchio dovrà trovare la forza di reagire.

TUTTI UNITI PER LA SALVEZZA – Servirà però unità di intenti per raggiungere l’obiettivo. La squadra non deve mollare al primo intoppo, i tifosi devono restare vicino ai giocatori. Il penultimo posto in classifica non fa piacere a nessuno, ma per uscire fuori da questa situazione è necessario rimanere uniti. Società. Squadra. Tifosi. Tutti dovranno viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda. Ora sotto con la Ternana. Tutti al Del Duca. Per dare una scossa al campionato.

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