Sisma 2022, si può partire con la presentazione delle domande
E' un Ascoli troppo fragile mentalmente. Avanti Picchio, ora bisogna reagire
C’è da lavorare. E tanto.
La sconfitta di ieri contro il Bari – la quarta consecutiva per 3-0 in trasferta – ha evidenziato ancora una volta i limiti dei bianconeri. La salvezza è possibile, ma per raggiungere l’obiettivo bisogna urgentemente invertire la rotta.
COSA VA… – Non tutto comunque è da buttare. Mister Mangia ha dato una quadratura alla squadra che con Petrone non c’era mai stata. Compatti in mezzo al campo, senza concedere troppi spazi all’avversario. I ko con Cagliari e Bari – seppur identici nel risultato – non hanno nulla a che vedere con quello contro l’Avellino. Se in Sardegna erano stati due infortuni di Svedkauskas a spianare la strada alla capolista, ieri l’Ascoli è stato punito alla prima sbavatura. Dire che il Picchio abbia dominato la prima mezz’ora sarebbe forse eccessivo, ma di certo le occasioni più nitide erano capitate tutte ai bianconeri. Poi nuovamente due errori individuali hanno dato il via al successo avversario: prima la trappola del fuorigioco sbagliata da Addae, poi il fallo di mano di Canini. Il Bari è stato cinico e spietato, approfittandone senza fare complimenti.
COSA NON VA… – Ed è qui che è uscito fuori il limite più grande del Picchio: l’incapacità di reagire. Se l’Ascoli non dispiace sul risultato di parità, si scioglie come neve al sole alla prima difficoltà. E’ qui che deve lavorare – e pure sodo – mister Mangia. I bianconeri non possono gettare la spugna ogniqualvolta si ritrovano in svantaggio. Non è così che si può sperare di raggiungere la salvezza. In B serve mordente. Serve cattiveria. Serve capacità di reagire. Serve fame. Serve voglia di ribaltare il risultato. Di gettare il cuore oltre l’ostacolo. E invece l’Ascoli sembra troppo fragile dal punto di vista mentale. E’ vero, prendere 9 gol in 3 trasferte non è rassicurante. Ma – esclusa Vicenza, dove vedere la mano del nuovo tecnico era pressoché impossibile – il passivo contro Cagliari e Bari è parso fin troppo pesante.
LA RUOTA GIRERA’ – La squadra dunque sembra essersi ritrovata dal punto di vista della compattezza: per le avversarie arrivare in area di rigore è ora più difficile, la differenza tra vittoria e sconfitta la fa anche – e soprattutto – il diverso valore di chi hai di fronte. Cagliari e Bari sono squadre costruite per la promozione e alla prima occasione possono metterti in ginocchio. Perugia e Trapani hanno invece qualche limite in più, e con una squadra più corta e unita in mezzo al campo né umbri né siciliani sono riusciti a trovare il gol. Se la compattezza dunque sembra esserci, da ritrovare – assolutamente – è la mentalità. L’Ascoli crolla alla prima difficoltà, e questo non va bene. Perché se martedì la Ternana dovesse passare in vantaggio, il Picchio dovrà trovare la forza di reagire.
TUTTI UNITI PER LA SALVEZZA – Servirà però unità di intenti per raggiungere l’obiettivo. La squadra non deve mollare al primo intoppo, i tifosi devono restare vicino ai giocatori. Il penultimo posto in classifica non fa piacere a nessuno, ma per uscire fuori da questa situazione è necessario rimanere uniti. Società. Squadra. Tifosi. Tutti dovranno viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda. Ora sotto con la Ternana. Tutti al Del Duca. Per dare una scossa al campionato.
ahaahahahahah i playoff ahahahahaha ma andate a quel paese pensatevi a salvare sopravvalatutati anzi pensiamo gia alla lega pro che è quella che ci aspetta!!!!
smettetela con questo disfattismo o siete anconetani o sambenedettesi. vergogna. forza Ascol
Non bisogna esse ottusi ma vede’ nelle vicinanze: Maceratese, Sanbenedettese, Ancona, oltreche squadre fatte per la categoria, hanno soprattutto gente competente, i giocatori li prendeno per i ruoli che servono, giocano e corrono tutti, le vedi giocà e te riappacifichi col gioco del calcio.
L’Ascoli de cui so tifoso dai tempi de Rozzi, Mazzone e Campanini, è un pianto. A inizio campionato m’ero lasciato di che co Antonini, come allenatore in campo , al posto de Pirrone, la squadra avrebbe fatto meglio. Bestemmia, lui Cacia Canini, giocatori che hanno scelto l’Ascoli, solo per accaparrasse l’ultimi contratti della loro carriera, a fronte de una società solida, a scapito de ragazzi giovani e volenterosi de potè mettese in evidenza, e con un Sig. Lovato che non so a che titolo je so state date le chiavi della societa’. Bo’.
Immagino come ride Teramo vedenno sto scempio, e non è esse pessimisti ma E’ vede’ la realtà. Tutti pure il Como ha un minimo de programmazione. Pillon se accasa a Padova, L’Ascoli trova l’ennesimo oggetto misterioso Mangia………ma che.
Se poi, volemo culla’ sti giovani pargoli che scuciono contratti a fior de decine de migliaia de €, pe poteje fa accetta’ una piccola cittadina de provincia, per poi faje trova’ l’appiglio de; una volta il campo è pesante, un’altra xche’ devono trova’ l’amalgama, un’ altra il cambio de allenatore, un’altra ancora xche’ qualcuno li quarda de traverso e se se straniscono bisogna daje il biberon e portalli spasso co undici passeggini da cross peg-perego. Ma dico semo ommini o quacquaracqua’. Diceva bene un certo Heriberto Herrera ex allenatore della Juve” Palla Lunga e PEDALARE” e chi non lo fa, se fa corre oltre la fascia del fallo laterale, praticamente fori dal campo.
bravo juann qua quando un critica e dice la verità passa per un’anconetano o pesciaro classica mentalità da ascolanetto! cervello 0 sprite gli occhi!!!