Dehors, sottoscritto l’accordo di collaborazione tra Comune e Soprintendenza
Il Pd attacca: “Ospedale a San Benedetto: una promessa elettorale a tre mesi dal voto. I cittadini meritano verità, non propaganda sulla salute”
«Lo stanziamento annunciato per una ipotetica progettazione non ha alcun valore certo – attaccano Ameli e Giobbi –. Non ci sono risorse stanziate a bilancio, non c’è personale e soprattutto manca un piano complessivo per la sanità pubblica del nostro territorio. Oggi chi lavora negli ospedali è allo stremo, costretto a turni massacranti, e chi ha bisogno di una visita è spesso costretto a rivolgersi al privato perché il CUP non offre alternative. Altro che nuovo ospedale: qui manca la sanità pubblica di base».
Critiche anche sul metodo adottato dalla Regione: «Un ospedale che dovrebbe servire l’intero sud delle Marche viene annunciato come se fosse un’opera di quartiere, senza alcun confronto con il territorio e senza una visione integrata. È la conferma di una gestione miope, che guarda solo al consenso e non ai bisogni reali delle persone».
Ameli e Giobbi ricordano come, in cinque anni, la giunta Acquaroli non sia riuscita nemmeno ad affidare un incarico di progettazione. «E ora, dal nulla, spuntano 150 milioni di euro: cifre astronomiche che non risultano neppure nei documenti di bilancio. Tutto questo mentre gli ospedali di Macerata e Pesaro sono ancora bloccati e senza fondi, l’INRCA non è completato e l’unico vero ospedale in stato avanzato – quello di Fermo – è stato realizzato grazie al centrosinistra. Nel mentre ad Amandola, ricostrutito post sisma, quindi con altri canali di finanziamento, si deve ricorrere a gettonisti di cooperative private».
Un altro nodo è quello dei contenuti sanitari della proposta: «Non si prevede un vero ospedale di primo livello. I posti letto resterebbero quelli attuali del Madonna del Soccorso, senza nuovi reparti o specialità. Viene da chiedersi se non si tratti solo di una scatola edilizia, priva di contenuti, pensata più per operazioni finanziarie che per il diritto alla salute».
Il Partito Democratico solleva infine dubbi sulla reale fattibilità del progetto. «Chi lavorerà nei nuovi ospedali, nelle case di comunità e negli ospedali di comunità se oggi mancano medici, infermieri e tecnici? Nessuna risposta. Solo annunci».
Una proposta chiara, invece, è ciò che serve. Il Partito Democratico chiede trasparenza sui fondi disponibili, tempi certi per la realizzazione, chiarezza sui servizi previsti – specificando se si tratterà di un presidio con reparti nuovi o se resteranno quelli attuali – e definizione della vocazione del futuro nosocomio. Un ospedale che serva davvero il territorio deve essere integrato in una rete sanitaria coerente e funzionante. Non servono annunci, ma un piano concreto, verificabile e condiviso.
«È inaccettabile – concludono Ameli e Giobbi – che si giochi con la sanità in campagna elettorale. La salute è una cosa seria e non può diventare merce di scambio. La sanità non può essere esclusivamente una questione di edilizia. In questi cinque anni, la sanità marchigiana – soprattutto nelle aree periferiche – è stata devastata da scelte sbagliate e da un’assenza totale di programmazione. Ora servono serietà, pianificazione e ascolto dei territori. E serve farlo con trasparenza, coinvolgendo amministratori locali, professionisti e comunità. Non con promesse da spot elettorale».
«A meno di 4 mesi dalle elezioni regionali – ribadiscono i due segretari – la giunta Acquaroli lancia l’ennesimo annuncio privo di fondamento concreto. Dopo oltre quattro anni e mezzo di immobilismo, arriva la promessa last minute, pensata solo per raccattare qualche voto. Ma i cittadini non sono ingenui: sanno distinguere tra una progettualità seria e una pura operazione propagandistica».
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