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Intossicazione da funghi: 4 persone tempestivamente assistite e curate dal pronto soccorso del “Mazzoni”. L’ Ast invita alla prudenza
“La maggior parte delle intossicazioni da funghi è determinata da mancanza di controlli, da raccolte effettuate in luoghi non idonei, oppure da errori durante la preparazione anche in caso di speciecommestibili. È bene, dunque, non fidarsi ciecamente solo della propria esperienza, ma far controllare i funghi raccolti da un micologo della Azienda sanitaria”. L’invito, a rivolgersi almicologo del Dipartimento di prevenzione per l’analisi dei funghi raccolti, arriva dall’Ast di Ascoliche lo rinnova con forza dopo che, nei giorni scorsi, quattro persone con una diagnosi iniziale disospetto avvelenamento da funghi, poi rivelatasi una importante intossicazione, sono state curate prontamente dai sanitari del Pronto soccorso dell’ospedale ‘Mazzoni’ attraverso la somministrazione di acetilcisteina per via endovenosa, le cui fiale erano presenti in parte nelle scorte del Pronto soccorso di Ascoli e in parte in quelle della rianimazione di San Benedetto, e di carbone attivo tramite sondino nasogastrico.
I quattro pazienti si sono recati al Pronto soccorso del nosocomio ascolano con una sintomatologia importante di vomito incoercibile seguito da dissenteria. Riferito ai sanitari che avevano mangiato funghi, raccolti da uno di loro, e di averli consumati, sia crudi, sia cotti, durante un pranzo tra amici in un’abitazione privata, i medici hanno dapprima accertato che le condizioni cliniche multiparametriche dei pazienti fossero stabili, dopodiché hanno eseguito gli esami ematici, dai quali è emerso che erano disidratati, e hanno contattato il Centro antiveleni di Roma.
“Dal racconto di uno dei pazienti, che ci ha detto essere un esperto di funghi – spiega Emanuele Aurelio, uno dei dirigenti medici di turno al Pronto soccorso che ha preso in carico due dei quattro pazienti (gli altri due sono stati contemporaneamente presi in carico dall’altro dirigente medico di turno Cristiano Colalongo) – il sospetto iniziale era che potesse trattarsi della specie Amanita falloide o della specie Amanita virosa. Per cui, sentito il Cav di Roma, abbiamo iniziato la terapia che prevede la somministrazione graduale di altissime dosi di acetilcisteina. Essendo però quattro i pazienti e dunque ingenti le quantità di farmaco necessarie, abbiamo allertato la direzione sanitaria dell’Ast di Ascoli che, tramite il servizio farmaceutico aziendale, ha reperito altre fiale, in aggiunta a quelle che avevamo già in Pronto soccorso ma che in caso di avvelenamento non sarebbero statesufficienti, grazie alle scorte dell’unità operativa complessa di anestesia e rianimazione dell’ospedale di San Benedetto. Solo poi, con il passare delle ore, dal racconto del paziente che aveva raccolto i funghi e che nel frattempo stava un po’ meglio, si è risaliti alla specie che aveva causato vomito e diarrea. Un fungo non velenoso, ma altamente tossico. I pazienti sono stati dimessi e ora stanno bene”.
“Fortunatamente tutto si è concluso per il meglio – evidenzia il direttore generale dell’Ast di Ascoli, Antonello Maraldo -, ma mi sento in dovere di invitare i cittadini a prestare la massima attenzione se raccolgono funghi e poi hanno intenzione di consumarli. Nel nostro Dipartimento di prevenzioneè presente un micologo che, su appuntamento, analizza gratuitamente i funghi ed è in grado di valutare la commestibilità o meno degli stessi. Mi complimento con il Pronto soccorso di Ascoli diretto da Renzi per essere intervenuto, con i due medici di turno, prontamente, con la direzione sanitaria per aver tempestivamente contattato il nostro Servizio farmaceutico che, attraverso il direttore Mazzoni, si è subito attivato per reperire le fiale in possesso della rianimazione di San Benedetto che prudentemente le aveva conservate nelle proprie scorte. Una rete di servizi e professionisti che ha funzionato alla perfezione”.
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Chi è il micolo? Come fare per contattarlo?