La ruota girerà, ora tutti uniti per il bene dell’Ascoli!

Tre sconfitte consecutive, tre punti il margine dai playout. La situazione dell’Ascoli non  è delle migliori: sabato al Del Duca arriva il Frosinone capolista, poi sarà Pasquetta terribile a Perugia contro un Grifo lanciato prepotentemente verso i playoff. C’è poco da stare allegri, ma – ne siamo convinti – la ruota girerà.

Deve girare. Perché se la sconfitta con la Salernitana era stata ampiamente meritata e le critiche alla squadra più che giustificate, col Picchio praticamente assente all’Arechi, i ko con Carpi ed Entella hanno un retrogusto di beffa. Due squadre più forti dell’Ascoli, con la quale però i bianconeri se la sono giocata alla pari e senza risparmiarsi. “Gente che lotta” insomma, come chiedono i tifosi. E quando c’è questo, il risultato prima o poi deve arrivare. Come sabato scorso, anche ieri il Picchio non  ha meritato la sconfitta: il vantaggio lampo dei liguri avrebbe potuto tagliare le gambe, invece i ragazzi di Aglietti si sono subito rimessi in carreggiata. Hanno saputo soffrire quando c’era da difendere, si sono fatti vedere là davanti quando c’era da attaccare. Poi il meritato pareggio di Cacia, sempre più nella storia della B con 130 reti complessive, è stato vanificato da un’ingenuità di Addae. Inutile il forcing finale, Orsolini prima e Cacia poi non sono riusciti a siglare la rete del 2-2 nel recupero. Ma quando la palla non vuole entrare c’è poco da fare. Fino a qualche tempo fa si riusciva a portare a casa il risultato anche quando magari l’avversario avrebbe meritato qualcosina in più, adesso all’Ascoli va tutto storto. Ma mancano ancora 8 partite, giusto il tempo di far tornare la ruota a girare. 

Inutile puntare il dito contro i singoli. Troppo facile dare la colpa a mister Aglietti quando i risultati non arrivano, poi magari coloro che se la prendono col tecnico sono gli stessi a dare il merito solo ai giocatori quando si vince (senza riconoscere la mano dell’allenatore). Bisogna essere obiettivi. Il mister può aver sbagliato, e magari sbaglierà in futuro. Ma puntare il dito su di lui è da vili. Ieri Aglietti è stato capace di fare di necessità virtù, schierando un’insolita difesa a 3 che ha retto benissimo nonostante un’emergenza da brividi nel reparto. Orsolini in panchina? Di certo non si poteva giocare dall’inizio col talento di Rotella, Favilli e Cacia in campo insieme e soli tre giocatori in difesa: ci sono equilibri da mantenere, non siamo alla PlayStation. E allora si critica la scelta di Addae, reo di aver causato il rigore decisivo per gli avversari. Quando non gioca la colpa è del mister e si acclama il ghanese a gran voce, quando poi viene chiamato in causa e sbaglia lo si appende alla forca. Il ragazzo è così, prendere o lasciare. In campo è un muro invalicabile per gli avversari, poi però a volte commette svarioni incredibili. Ma se non avesse simili defiance giocherebbe già in serie A. L’equilibrio nei giudizi, questo sconosciuto.

Basta trovare sempre un capro espiatorio. Almeno quando – come ieri o col Carpi – la squadra se la gioca a viso aperto e meriterebbe il pareggio. E’ un periodo così, va tutto storto. Per uscirne bisogna restare tutti insieme. Squadra, tifosi, allenatore, staff. La situazione non è delle migliori, ma darsi la zappa sui piedi da soli sarebbe un clamoroso harakiri.

Adesso sotto con altre due gare da brividi, prima degli scontri diretti per la salvezza con Avellino, Brescia e Latina. Sarà fondamentale arrivare a questo trittico di sfide senza stare con l’acqua alla gola, perché poi la pressione potrebbe giocare brutti scherzi. E allora testa al Frosinone. Senza paura, senza partire già sconfitti. Perché delle squadre attualmente in lotta per serie A e playoff l’Ascoli ha già fermato Verona, Spal e Benevento in trasferta, bloccato Perugia e Bari al Del Duca e sconfitto il Cittadella sia all’andata sia al ritorno. E anche lo scorso anno, quando i favori del pronostico erano tutti per Sau e compagni, il Cagliari che viaggiava a vele spiegate verso la promozione diretta in A cadde al Del Duca. L’impresa è difficile, ma non impossibile. Bisogna però davvero rimanere tutti uniti. Perché ora per sprofondare basta davvero poco. E nessuno vuole tornare all’inferno. Questo è tempo di combattere. Tutti insieme, ancora una volta. Per il bene dell’Ascoli.

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