Assemblea Anci Giovani a Palermo, presente anche una delegazione ascolana
"Ma che è diventata San Benedetto?", riflessioni di Paolo Virgili
Il tragico gesto di Giovanni Rosati ha messo in moto la macchina della solidarietà nei confronti dell’uomo che oggi (domenica 26 febbraio) è stato omaggiato dalla tifoseria rossoblù prima della partita Samb-Venezia. Ma c’è una voce fuori dal coro, quella del professor Paolo Virgili, docente di matematica presso il Liceo Scientifico ed ex assessore alla cultura di San Benedetto. Quelle che seguono sono le considerazioni di Virgili sulle reazioni all’episodio che ha sconvolto la città. Il docente le ha anche pubblicate sul suo profilo di Facebook
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Mi vergogno un po’. La mia città è talmente disperata che un gesto disperato che fa seguito ad un crimine, lo celebra come fosse eroico, durante le onoranze funebri come alla festa della partita della Samb alla domenica.
A me dà il segno di un paese completamente chiuso in se stesso, un paese in cui il Porto e lo Stadio sono diventati luoghi spettrali. Un tempo erano il cuore pulsante della città. Queste reazioni eccessive, l’applauso in Chiesa, il minuto di raccoglimento allo Stadio, l’intolleranza nei commenti che si leggono su Facebook sono il segno di un paese irriconoscibile.
Al posto della ridente cittadina rivierasca di un tempo, aperta e ospitale al mondo intero, a cui tutti guardavano con simpatia per come la fatica del lavoro per mare e la continua salvezza strappata con i denti alle squadre più blasonate la rendevano platealmente degna di rispetto e ammirazione, si è pian piano sostituito un deserto. Questi due luoghi di frequentazione sono ormai un pallido ricordo e lo squarcio che si vede all’ingresso della città da Nord, del campo del caro vecchio Ballarin è lì a ricordarci che assomigliamo più alla decadenza di Detroit che alla Riviera delle Palme di Miami. La stampa locale tace quando va bene, la Chiesa acconsente e le istituzioni latitano. Sic”.
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