Manuel Scalise: “Ad Ascoli ho indossato la maglia più importante della mia carriera. Non ho mai rubato lo stipendio….”

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Manuel Scalise, nato a Rho, cittadina alle porte di Milano, ha indossato la maglia bianconera dal 2012 al gennaio 2014. Ha disputato 58 partite e messo a segno anche tre reti, due in Serie B e una in Lega Pro, la scorsa stagione. Dopo metà stagione disputata a Salerno con 10 presenze all’attivo, nell’ultima finestra di mercato si è accasato al Mantova. Ha parlato del suo passato ad Ascoli e dell’amore che lo lega ancora alla cittadina marchigiana.

Ci racconta la sua esperienza ad Ascoli?

“La mia esperienza ad Ascoli è stata bella e lì ho lasciato tanti amici. Ho indossato la maglia più importante della mia carriera, quella con più storia. Quando la indossi pensi sempre a chi ti ha preceduto vestendola e chi ha messo piede al “Del Duca”. Il rammarico è enorme per quella maledetta retrocessione.”

Quale è il ricordo più vivo in lei dell’esperienza in bianconero?

“Tanti bei ricordi come la salvezza di Padova, la vittoria col Pescara, preceduta dai tifosi che la sera prima vennero in ritiro a incitarci, alla vittoria di Terni con i festeggiamenti a Norcia. Certe cose non si dimenticano.”

Ci svela qualcosa della retrocessione in Lega Pro due anni fa?

“Retrocedemmo perché eravamo una coperta corta, 44 partite non le puoi fare con 13/14 giocatori, infatti all’andata volavamo. Andai con altri a dire che servivano 3/4 giocatori, anche di Lega Pro, basta che correvano, ma loro non volevano prendere altri giocatori e alla fine arrivò una mazzata tremenda.”

Come mai non è rimasto ad Ascoli?

“Sono andato via da Ascoli perché sono retrocesso e non abbiamo raggiunto l’obbiettivo. Perché sarei dovuto rimanere? Bisogna avere anche una certa dignità e essere persone serie. Devi capire che ad un certo punto arriva il tuo tempo.”

Sei andato alla Salernitana e ora al Mantova, a cosa deve questo cambio di squadra dopo pochi mesi?

“A Salerno non mi piaceva più il progetto che c’era, via Gregucci, grande uomo, leale, puro e corretto, via anche io. In questo caso ho preferito essere coerente, non mi devo legare a nessun direttore o allenatore perché il calcio non ha sentimenti ma quando vedo che manca professionalità preferisco cambiare. A Mantova mi hanno cercato così come altre squadre ma non so, fin dall’inizio ho preferito venire qui.”

Vicenda mister Somma a Salerno, che ci rivela qualcosa?

“Su Somma non so cosa dire, non ho mai capito come sono andate le cose. Perché cambiare Gregucci? Quando arrivò lui, noi a gennaio eravamo terzultimi, poi abbiamo vinto la Coppa Italia e abbiamo perso i Play Off contro il Frosinone che è salita in Serie B. Nel calcio ormai non c’è più logica. Con Somma non ho avuto problemi, anzi, voleva che rimanessi per giocare.”

Cosa ne pensa dell’avvio di stagione dell’Ascoli e dove può arrivare?

“L’Ascoli può far bene, ha un grande allenatore, pignolo, professionale, trasmette la giusta mentalità e mi piace il suo spirito da battaglia. Questi sono gli allenatori per cui i giocatori vanno matti e danno il massimo. La squadra ha il giusto mix e tanti giocatori sono al bivio, cioè possono fare il grande salto a livello personale. Finalmente sono andate via tante persone in società che, pur di avere una poltrona, avrebbero fatto carte false. Facendo così non si sarebbe mai potuto provare a vincere.”

Le è dispiaciuto non poter far parte del progetto ambizioso del Presidente Bellini?

“I curatori fallimentari mi tennero un’ora in sede la sera prima di andare via, mi continuavano a dire che stavo sbagliando, non dovevo lasciare l’Ascoli, ma avrei rubato lo stipendio. Non avevo più stimoli, bisognava essere leali. Penso che avrei fatto parte del progetto. Qualche partita discreta l’ho fatta con l’Ascoli, ma in questi mesi non ho mai cercato di tornare e non l’ho mai chiesto perché ripeto, sono una persona coerente.”

Ora cosa si aspetta dall’esperienza al Mantova e dalla stagione appena iniziata?

“Quest’anno vorrei una salvezza tranquilla perché è una squadra molto giovane, tranne quei 5/6 “vecchietti” che stanno qui a dare un aiuto, tra cui io.”

Un saluto ai tifosi bianconeri.

“Saluto i tifosi perché passo sempre di lì, la mia compagna è di Ascoli. Sono contento, rivedo tanto entusiasmo. A me basta così, che si sia chiuso un capitolo e si sia aperta una nuova storia con una società sana.”

Raffaele Casola

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