Marcorè e Soncin dopo Ascoli-Vicenza

Ad assistere al match tra Ascoli e Vicenza c’erano anche due graditi ospiti. L’attore Neri Marcorè – da sempre grande tifoso del Picchio – e l’ex attaccante bianconero Andrea Soncin hanno parlato in sala stampa.

MARCORE’: “Essere tifoso dell’Ascoli significa esserlo sempre: sia quando si vince sia quando si perde. Ci saranno anni migliori ed altri peggiori. La partita è stata abbastanza deludete purtroppo, credo che anche i giocatori siano coscienti. Non era facile rimontare nonostante l’inferiorità numerica per l’espulsione di Ebagua, che ho applaudito per quanto fatto vedere in campo con i due gol. Il Vicenza non si è mai chiuso dietro mettendo pressione costante alla nostra difesa. Avere qualche punto in più ora significa avere maggior tranquillità per giocare. Quest’anno è la prima gara che vedo allo stadio, anche se ho quasi sempre seguito la squadra in televisione. Ho l’impressione che in trasferta, forse per il fattore mentale, i ragazzi giochino più liberi. Oggi la trama di costruzione del gioco è stata lenta; non avrei tolto Cacia anche se non è stata una delle sue più belle partite. Orsolini mi è piaciuto molto, probabilmente il migliore tra i bianconeri. Milanovic, nonostante il gol, non era in gran spolvero. Bisogna sostenere i ragazzi, non era facile prendere i fischi sotto la curva. Non fa piacere perdere così contro una squadra diretta concorrente per la salvezza.”

SONCIN: Peccato per il risultato, era una partita da non perdere. Il Vicenza è stato bravo a sfruttare al meglio le prime due occasioni avute, poi dopo l’espulsione sono stati bravi a difendersi. Nel secondo tempo è stato fatto poco per trovare il pari. Mancano nove partite per tutti, la problematica ora può essere l’aspetto mentale. La sconfitta può far male soprattutto a livello psicologico. Il gruppo deve trovare lo spirito giusto per poter reagire. Sicuramente Cacia e Giorgi sono giocatori di carattere che potranno fare la differenza. Sulla maglia ricevuta? Casualmente avevo partecipato all’asta di beneficenza, sperando che rimanesse nell’anonimato ma cosi non è stato. Alla maglia bianconera numero 9 ci sono molto affezionato e mia ha fatto piacere riceverla. Non mi aspettavo un’accoglienza del genere da parte della tifoseria bianconera. Ho trascorso cinque anni speciali quì. Tra me ed i tifosi c’è un amore reciproco. Le nostre salvezze avevano molte altre problematiche che oggi non ci sono, in campo davamo il massimo e non lasciavamo nulla al caso.”


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