Ospedale Civile, M5S: “Il reparto di Oncologia in forte difficoltà”

ospedale san benedetto

SAN BENEDETTO DEL TRONTO –  Una dura nota stampa firmata dal senatore Giorgio Fede e dal consigliere della Regione Marche Peppino Giorgini del Movimento 5 Stelle, in cui viene messa sotto accusa la Regione Marche per “illusionistiche dichiarazioni sull’ospedale unico e stravaganti decisioni. Il meglio lo sanno dare quando si parla di privati”. Secondo i pentastellati la sanità marchigiana e Picena sarebbe allo sbando, come possono testimoniare medici e infermieri “che non siano dirigenti nominati dalla politica o iscritti al Pd”.
“La politica ha fallito – affermano Fede e Giorgini –  ancora una volta, una politica – come diceva Giovanni Berlinguer – che non è stata in grado di incidere con qualità etica nella salute dei cittadini aprendo nuovi territori e nuovi discorsi attorno al senso stesso della vita sociale”.  “Il Pronto Soccorso di San Benedetto ancora senza facente funzione primario, Cardiologia quasi estinta e in fase di trasformazione in mera riabilitazione, come la gastroenterologia, l’oculistica e la chirurgia – dove abbiamo “ancora” la fortuna di avere un eccellente chirurgo come il dottor Walter Siquini – dove ormai le sale operatorie lavorano a ciclo continuo come una catena di montaggio, con un pregresso di centinaia di pazienti in attesa dei tempi supplementari“.
I pentastellati affondano sull’Oncologia. ” Diretta da anni da un altro bravo medico – il dott. Giorgio De Signoribus – il reparto è ormai condannato ad essere un “paziente in difficoltà”. Con 20 posti letto, gestisce in fase di normalità 300/350 pazienti mensili in trattamento chemioterapico, oltre alle attività ambulatoriali che si avvicinano a 7.000 pazienti annui”.
I dati del 2017: “Nuovi pazienti sempre in incremento di circa 100 l’anno, incremento dei utenti in terapia rispetto al 2016 e, sempre in crescita, i giorni di degenza per trattamenti chemioterapici. I medici sono al collasso”. “Ogni anno migliaia di ore accumulate – insistono – per garantire una risposta adeguata alle cure e ai controlli per gli oltre 12 mila pazienti che hanno scelto l’Oncologia di questo territorio”.
Ancora i pentastellati: “Pare che esista una volontà di assunzione di due oncologi ma da destinare ad attività territoriali, quali l’assistenza domiciliare a pazienti in fase terminale. Questa attività richiede un impegno di alcune ore settimanali, mentre le necessità del reparto sono decisamente preponderanti. Interessa a qualcuno questo? Oppure una volontà “politica” ha più importanza dei bisogni dei cittadini, considerando che l’assistenza domiciliare viene effettuata dai medici del reparto già da molti anni. Forse – concludono Fede e Giorgini –  il prossimo bando di affido per l’assistenza domiciliare integrata, già data ai privati, necessita di ulteriori risorse da depennare alla sanità pubblica? La strada intrapresa sembra quella”.

 


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