Polizzi: "Grazie di tutto Ascoli, due anni straordinari"

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Ha lavorato nell’Ascoli per poco più di due anni, ma in pochi lo hanno conosciuto. Due sono i motivi: da una parte il ruolo che ricopre richiede una certa privacy, dall’altra il suo carattere schivo e per nulla esibizionista. Giammarco Polizzi, ex responsabile dell’area scouting, si è raccontato ad Ascoli News.

Partiamo dalla fine. Come mai si è chiusa la sua avventura con l’Ascoli?

“La società mi avrebbe voluto confermare, ma io ho scelto di seguire Francesco Marroccu, una persona che ho conosciuto nell’ultima stagione e al quale mi sono legato particolarmente. Dopo la partita con il Cagliari, vinta da noi per 2-1, mi sono accorto dello spessore umano di Francesco: chiunque avrebbe rilasciato un’intervista per togliersi qualche sassolino dalle scarpe contro la sua ex squadra, invece lui ha preferito restare in silenzio per il bene dell’Ascoli. Ringrazio la dirigenza per la fiducia che mi ha sempre dimostrato, sarò sempre grato all’Ascoli”.

Cosa le ha lasciato l’avventura ascolana?

“E’ stata un’esperienza fantastica, per me che sono di Macerata lavorare nell’Ascoli è sempre stato un mio sogno. Da piccolo andavo in Curva Sud a vedere le partite. Svolgere una mansione nell’Ascoli Picchio per me è stato un motivo di vanto, oltre che una crescita professionale notevole. Ascoli è una piazza unica, ovunque ti giri in città si parla del Picchio. E’ impossibile non farsi trascinare”.

Di cosa si occupava specificatamente lei nell’Ascoli?

“Il primo anno, quando c’era Crovari, altra persona stupenda con il quale ho lavorato, seguivo i campionato di serie B e Lega Pro. Con Mangia, invece, seguivo la squadra avversaria. L’Ascoli dal vivo l’ho visto poche volte, ero sempre in qualche altro stadio”.

Nel settore giovanile?

“Con Di Mascio a mio avviso abbiamo fatto un lavoro incredibile. Ora l’Ascoli può contare su un settore giovanile che è un fiore all’occhiello, con 3-4 giovani di prospettiva in ogni formazione giovanile”.

Cosa ne pensa di Giaretta e Aglietti?

“Il mister ho avuto modo di vederlo all’opera diverse volte nel passato campionato e devo dire che è uno dei migliori allenatori della cadetteria. Fa giocare molto bene le sue squadre e capisce di calcio. Giaretta ha lavorato per tre anni nell’Udinese, un club di seconda fascia del campionato italiano. Non ha bisogno di presentazioni”.

Qual è il ricordo più bello di questi due anni?

“L’esordio di Orsolini in serie B è stato davvero emozionante. Un esordio non frutto del caso, ma dietro al quale c’è stato un lungo lavoro. Poi il triplice fischio a La Spazia è stato una liberazione”.

Un traguardo raggiunto dopo tante difficoltà…

Sono successe davvero tante cose, ma grazie alla forza di un gruppo composto da uomini veri, grazie alla capacità di Francesco Marroccu e al supporto della tifoseria siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo”.

C’è qualche persona che si sente di ringraziare?

“Tre persone: Nicolò Civita, Giuliano Tosti e Gianni Luzi, esponente della tifoseria che per noi è stato determinante nei momenti difficili del campionato”.

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