Quando la vetta fa gola alle avversarie
Non c’eravamo abituati è vero, stare lassù fa una strana sensazione dopo anni di dure salvezze conquistate all’ultima giornata di campionato. Ma ora il Picchio è in vetta e quella vetta fa invidia a molte altre pretendenti.
E’ il caso di alcuni giornalisti della Gazzetta di Reggio. Si, sembra paradossale ma proprio un giornale si è esibito in un articolo diffamatorio ed accusatorio nei confronti dell’Ascoli Picchio, pubblicato dopo il match Ascoli-Spal vinto dai bianconeri. Il fatto più incredibile, è che da quell’articolo siano scattate anche in altre città maldicenze contro i bianconeri. Basti leggere l’articolo di Tuttopisa.it, in cui vengono lanciate accuse relative all’esultanza stile soldato di bomber Perez dopo i suoi gol. Insomma, tutti pretesti per sollevare polveroni che fanno male al nostro calcio.
Prima di proporvi la botta e risposta tra la Gazzetta di Reggio e l’Ascoli Picchio però, lasciateci fare una breve considerazione. Questa vicenda è veramente triste: leggere articoli provocatori da parte di giornalisti che magari non hanno mai calciato un pallone, non hanno mai provato l’ebbrezza di segnare un gol, non hanno mai calcato un campo da gioco, non hanno mai fatto parte dell’Associazione Italiana Arbitri, ma al contempo si professano osservatori arbitrali di notevole caratura, desta curiosità. Sappiamo altresì che tutto ciò fa parte del gioco, e che questo è solo l’inizio di frecciatine e provocazioni, a cui la società dovrà rispondere elegantemente come fatto in questa occasione. La cosa però che ferisce il cuore degli ascolani e la bontà del Presidente Bellini, è leggere di aver ricevuto favori per il mantenimento della categoria dopo il fallimento. Cose false, perché come successo per altre società come il Pescara, il fallimento durante il campionato, secondo le vigenti normative federali, permette l’acquisizione del titolo sportivo da parte della nuova società con il mantenimento della categoria. E’ vero che l’Ascoli è stata fortunata perché ha potuto mantenere la categoria visto il blocco delle retrocessioni (riforma Lega Pro), ma questa è un’altra storia.
ARTICOLO DELLA GAZZETTA DI REGGIO- “La Reggiana resta alla finestra ma non può che arrabbiarsi per ciò che ha visto materializzarsi sul campo dell’Ascoli. La formazione di Petrone ha superato in rimonta la Spal con Perez su calcio di rigore che molti giudicano troppo generoso. Non solo rigore ma anche espulsione di Silvestri della Spal e quindi partita chiusa. L’arbitro è Matteo Proietti della sezione di Terni. I tifosi granata rimarcano che troppo spesso l’Ascoli vince con l’aiutino. E’ pur vero che l’Ascoli ha avuto a dispozione cinque rigori trasformati: 3 da Altinier e 2 da Perez. A far arrabbiare i tifosi granata c’è anche un particolare: la Reggiana è stata costretta, dopo, il fallimento, a ripartire dalla Seconda divisione mentre l’Ascoli (come in effetti tante altre società) ha avuto la possibilità di mantenere la categoria. Un notevole vantaggio economico che ha permesso alla società di allestire una squadra di assoluto valore per tentare quest’anno il ritorno in serie B.”
LA RISPOSTA DELL’ASCOLI PICCHIO 1898- “Egregio Direttore, Le scriviamo con preghiera di pubblicazione (Legge 47/1948), per rispondere alle incredibili affermazioni riportate ieri nell’articolo pubblicato sulla pagina Web del vostro quotidiano con il titolo <L’Ascoli vince in rimonta con il solito rigore inventato>, contenenti falsità gravemente lesive per l’Ascoli Picchio. Senza entrare nel merito dei presunti favori arbitrali (ma facciamo rilevare che pur essendo primi in classifica e avendo il miglior attacco del campionato il computo totale è di 5 rigori a favore e 3 contro, nell’alveo quindi della normalità statistica) quello che non è accettabile è che voi scriviate testualmente: <La doppia schifezza è che stanno aiutando una società che ha operato un fallimento pilotato e ha mantenuto in cassa gli otto milioni che sono serviti per ingaggiare i giocatori>. La invitiamo, come è dovere per chi dirige un organo di informazione, a verificare quanto poi riportato. In questo caso da parte vostra non vi è stata né verifica, né sopratutto veridicità alcuna. Innanzitutto va sottolineato che è stato il cambiamento del format del campionato di Lega Pro a consentire nella scorsa stagione la mancanza di retrocessioni, beneficio del quale ha goduto, certo, non solo l’Ascoli. In secondo luogo vorremmo sapere in base a quali informazioni siete in grado di parlare di otto milioni in cassa, dal momento che il lascito dell’Ascoli Calcio sono stati solamente debiti, regolarmente pagati dall’Ascoli Picchio per ottenere il titolo sportivo e potersi iscrivere al campionato. Ad Ascoli non solo non c’erano tracce di questi fantomatici otto milioni, ma nemmeno della cassa. Quanto al mercato, abbiamo fatto con i nostri mezzi e senza l’aiuto di alcuna società vicina e compiacente … L’Ascoli Picchio in questi suoi primi mesi di attività si è contraddistinta per la correttezza e la precisione nell’onorare i propri impegni e per l’assoluta volontà di proporsi come un modello. Siamo una società sana e solida dal punto di vista finanziario, attenta in maniera assoluta ad avere coerenza tra i pronunciamenti e i comportamenti, forte anche dell’appoggio di un pubblico incredibile, questi sÌ capace di darci una spinta verso alti traguardi. Esattamente il contrario rispetto a quanto si potrebbe dedurre da un articolo malevolo e disinformato che, speriamo, sia solo frutto dell’invidia per la nostra attuale posizione di classifica.”
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