Era il 18 aprile 2011. Sono già passati quattro anni da quel triste giorno quando, nel bosco di Ripe di Civitella, fu ritrovato il corpo senza vita di Melania Rea. La donna – sposata con Salvatore Parolisi e mamma di una bimba – fu uccisa con 35 coltellate. La vicenda occupò per tanto tempo le prime pagine di tutti i giornali nazionali.

LE CONDANNE – In primo grado l’ex caporalmaggiore Salvatore Parolisi fu condannato all’ergastolo, pena poi ridotta a 30 anni in secondo grado. Fecero scalpore alcuni passi della sentenza: “I colpi sono stati inferti non tutti in rapida successione, ma in un contesto spazio-temporale più dilatato, cosa che ha consentito all’omicida di rendersi conto della fine imminente della vittima, mentre ancora con violenza ha infierito su di lei (…) fin al momento in cui, ormai a terra e non più in grado di opporre una valida difesa, la malcapitata è stata ancora raggiunta da raffiche di fendenti nella regione toraco-addominale e sternale”. Il 10 febbraio scorso la Corte di Cassazione ha sì confermato che a uccidere Melania Rea sia stato il marito Parolisi, ma ha anche eliminato l’aggravante della crudeltà.

LO SCONTO DI PENA – Il che si traduce in uno sconto di pena per l’ex caporalmaggiore. Parolisi da tempo è rinchiuso nel carcere di Castrogno (Teramo) e il 27 maggio verrà messa la parola fine alla triste vicenda: quel giorno infatti la Corte d’Assise di Appello di Perugia si riunirà in aula per decretare il numero di anni che Parolisi dovrà trascorrere in aula.

LA PICCOLA VITTORIA – Una vicenda che ha tristemente sconvolto la vita della piccola Vittoria, figlia di Melania e Salvatore. Aveva poco più di un anno il 18 aprile 2011, da allora non ha più una madre e – al momento – neppure un padre, vista la perdita della potestà genitoriale di Parolisi sulla figlia Vittoria. Ora la bambina ha cinque anni e vive con i nonni materni.