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Raccolta plasma nelle Marche, oltre 23 chili ogni mille abitanti
La Regione Marche è ai vertici di un progetto nazionale per la valorizzazione del plasma come risorsa strategica e per una gestione efficiente dei farmaci plasmaderivati.
Lo scorso anno alle industrie che producono i farmaci plasmaderivati sono stati conferiti 23,9 chili di plasma ogni mille abitanti (25,4 chili ogni mille abitanti se si aggiunge anche il plasma inviato all’industria per il successivo utilizzo clinico). Il Centro regionale sangue della Regione Marche, che opera all’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche (Aoum), si è aggiudicato, assieme alle altre regioni che appartengono all’accordo interregionale Pla.Net (Plasma.Network, di cui fanno parte anche la Toscana, il Molise, la Campania, il Lazio e l’Ispettorato della Sanità Militare), il bando 2023-2024 promosso dal Centro Nazionale Sangue.
Il progetto, intitolato “Efficacia sinergica: ottimizzazione dell’interazione tra la rete farmaceutica e trasfusionale per la valorizzazione del plasma come risorsa strategica”, verrà presentato al forum Risk Management di Arezzo, e si è distinto per il suo valore formativo, comunicativo e di applicazione di buone pratiche per valorizzare la risorsa plasma. Il numero dei partecipanti ai corsi è di 100 professionisti, suddivisi tra le Regioni: dalle Marche parteciperanno in dieci. L’attività formativa del progetto sarà svolta dall’Università Politecnica delle Marche, facoltà di Economia, dipartimento di Management e i docenti saranno i professori Gian Luca Gregori, Stefano Marasca, Alessia D’Andrea e i docenti della Scuola Imt Alti studi di Lucca.
“Il progetto – spiega la dottoressa Giovanna Salvoni, responsabile del Centro regionale sangue – prevede la stretta collaborazione tra la rete trasfusionale e quella farmaceutica, per una gestione sinergica e condivisa dei farmaci plasmaderivati e per accrescere la consapevolezza del valore etico e sociale che hanno le donazioni di sangue e degli emocomponenti, tra i quali il plasma”, conclude evidenziando alcuni vantaggi, tra i quali “cercare di sviluppare progetti per raggiungere l’autosufficienza dei farmaci plasmaderivati per non dover dipendere, come accaduto con l’emergenza Covid, da altri Paesi”.
Redazione

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