Situazione preoccupante, gli errori stanno a monte. Ma adesso è tempo di combattere

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Adesso bisogna davvero iniziare a preoccuparsi.

Se a inizio stagione una sconfitta contro il Verona – in assoluto la squadra più forte del torneo – era preventivabile, l’1-4 di ieri pomeriggio lascia l’Ascoli a 7 punti in classifica. In piena zona retrocessione. Addirittura a rischio ultimo posto, se domani nel posticipo il Trapani dovesse battere la Ternana. E allora c’è qualcosa che non va.

BEL GIOCO, MA ZERO PUNTI – Il problema – quello vero – è che il Picchio gioca bene. Ma non fa punti. Ieri la squadra ha disputato forse il più bel primo tempo della stagione. Il Verona è stato letteralmente annichilito, incapace di creare problemi a Lanni e più volte graziato dall’imprecisione dei bianconeri. Ed è proprio questo il punto: le idee ci sono, ma là davanti nessuno la butta dentro. L’occasione gettata alle ortiche da Lazzari dopo appena 60” ne è l’esempio lampante, Favilli che cicca il pallone solo dentro l’area non ha fatto meglio. Poi la regola del calcio non perdona: gol sbagliato gol subito. Alla prima sortita offensiva dell’Hellas è arrivato il gol di Pazzini.

CACIADIPENDENTI – E qui è ancor più evidente la prima grande lacuna bianconera: l’Ascoli senza Cacia perde gran parte – troppa parte – del proprio potenziale offensivo. Mister Aglietti può inventare ben poco: Perez ha giocato 1384 minuti in B con l’Ascoli: 33 partite totali e soli 2 gol, una rete ogni 692 minuti (in pratica un gol ogni 7 partite e mezzo). Favilli è giovanissimo, è all’esordio assoluto in cadetteria e i 21 gol in 40 partite con la Primavera della Juventus non sono assolutamente nulla di eccezionale. Basti pensare che Orsolini – che è un attaccante esterno e non una prima punta – con la Primavera dell’Ascoli aveva realizzato 22 gol e 9 assist in appena 26 partite. Molto meglio di Favilli dunque, nonostante una squadra più debole rispetto ai pari età della Juventus (che ha perso lo scudetto solo in finale contro la Roma). Che poi Perez e Favilli si impegnino e diano l’anima per la squadra nessuno lo mette in dubbio, ma in B serve gente che fa gol. E all’Ascoli un vice-Cacia manca come il pane. Uno come Petagna, per non andare troppo indietro nel tempo. Uno che lo scorso anno ha tirato avanti la carretta finché il bomber ex Bologna non è entrato in forma. Con Jallow oggetto misterioso e Manari che ormai da due settimane è tornato a giocare con la Primavera di Di Mascio, urge recuperare Cacia nel più breve tempo possibile.

LA MANCANZA DI ALTERNATIVE – Quando i risultati non arrivano il primo a saltare è sempre l’allenatore. Ma stavolta l’allenatore sta davvero facendo il possibile con i giocatori che ha a disposizione. L’Ascoli gioca a calcio ed è fuori discussione che finora abbia raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato. Mister Aglietti può ben poco. Anzi, a chi muoveva critiche del tipo “l’allenatore è fossilizzato con il 4-3-3” ha risposto con un 4-2-3-1 che ha annichilito il Verona. Poi però là davanti non si segna, e Addae decide all’ultimo secondo del primo tempo di falciare da dietro un avversario che si trova a centrocampo spalle alla porta. Un errore che non si può giustificare. E allora cosa deve fare un allenatore? Multa salatissima, sfuriata in sala stampa e testa già alla prossima partita. E al prossimo centrocampo da inventare. Perché anche in questa parte del campo mancano le alternative. Giorgi è pronto al rientro, ma su di lui per quante gare si potrà fare affidamento? Cassata e Hallberg hanno fatto intravedere buone cose e sono già nel giro della nazionale, ma hanno bisogno di essere affiancati da qualcuno più esperto. E allora ci sono Carpani, che ha già realizzato un gol e mezzo (sarebbe lui teoricamente il capocannoniere della squadra – il che è tutto dire della sterilità offensiva), e Bianchi. San Tommaso Bianchi. Arrivato lo scorso anno dal Leeds come un’incognita, visti i problemi avuti in passato, è ora il leader del reparto. Meglio non pensare a cosa accadrebbe se si dovesse far male lui, che – senza Giorgi – è l’unico a garantire esperienza.

E allora è inutile girarci intorno. La squadra è quella che è, anche quest’anno per la salvezza ci sarà da lottare fino alla fine. I migliori dello scorso anno che sono andati via – su tutti Dimarco, Jankto e Petagna – non sono stati adeguatamente sostituiti. Forse il solo Mignanelli non farà rimpiangere il terzino ora all’Empoli, ma non ci sono al momento pedine che possano prendere il posto del centrocampista in forza all’Udinese e dell’attaccante dell’Atalanta. Gli errori stanno a monte, la colpa non è certo di Aglietti. Ma ora la situazione è questa e fino a gennaio non cambierà nulla nella rosa. Ecco perché è inutile piangersi addosso. I tifosi avrebbero sperato in qualcosa di più, sia quantitativamente sia qualitativamente. Ma hanno capito che adesso l’unica cosa da fare è sostenere la squadra e lottare col coltello tra i denti. La classifica fa paura, il calendario non sorride. Ma questo è il tempo di combattere. Tutti insieme, per il bene dell’Ascoli.

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