Ascoli, follia in carcere: detenuti appiccano incendio, otto agenti in ospedale
Tre punti che valgono oro. Ma l’Ascoli non può fare a meno di Cacia
[xyz-ihs snippet=”Banner-monetizzato-post”][xyz-ihs snippet=”Banner-monetizzato-mobile-alto”]
Prendiamo e portiamo a casa.
Tre punti che valgono oro colato. Tre punti troppo importanti per la classifica del Picchio, una grossa boccata d’ossigeno per i bianconeri. Ma la gara di ieri contro il Cittadella ha evidenziato ancora una volta un fattore già noto ai più: l’Ascoli è Cacia dipendente.
Perché un gol così solo uno come Cacia poteva farlo. Impossibile avere la controprova, ma siamo convinti che se ieri sera non ci fosse stato il bomber quel gol non l’avrebbe realizzato nessun altro attaccante della rosa bianconera. Stop elegante, uomo puntato, palla spostata a destra, tiro a giro a infilarsi nell’angolino basso. Impossibile arrivarci per il portiere. E’ un gol da vedere e rivedere. Come quelli a cui Cacia ha abituato i tifosi ascolani. Tanto bello quanto importante. L’attaccante ha avuto un’occasione e mezza per fare male: nella prima ha colpito la parte alta della traversa, nella seconda ha portato la vittoria in casa Ascoli. Questo serve in serie B. Perché le squadre non ti lasciano troppi tentativi: uno, due, tre. Non di più. Sta a te fare gol. E Cacia non se lo fa certo ripetere. L’Ascoli è Cacia dipendente. Non per il gioco, visto che la squadra dà del filo da torcere agli avversari a prescindere dagli interpreti. Ma nella finalizzazione. Un gol così solo uno come lui poteva farlo. E per vincere le partite bisogna andare in rete.
Gigi Giorgi è fondamentale. Anche a mezzo servizio, il suo lo fa sempre. Non tutti l’avranno notato forse, ma chi ha avuto una minima esperienza nel mondo del pallone sa che il movimento fatto dal centrocampista in occasione del gol di Cacia è stato determinante. Una sovrapposizione che costringe il difensore a temporeggiare. Non può entrare sull’attaccante perché questo scaricherebbe palla su Giorgi che si troverebbe così solo davanti al portiere. Non può però neppure andare a chiudere sul centrocampista che si sovrappone, perché così l’attaccante avrebbe la strada spianata. E’ un attimo, una frazione di secondo. Il difensore temporeggia, Cacia sposta la palla e la sfera è già in fondo al sacco. Un movimento che un giocatore esperto come Giorgi sa che può fare la differenza. E che ha fatto la differenza. Anche a mezzo servizio, l’Ascoli ha bisogno di lui.
Poi stiamo qui a raccontare la solita grande partita di Bianchi. Leader indiscusso del centrocampo, straordinario tanto in fase difensiva quanto in quella di impostazione. Il solito Lanni, che non sarà sempre pulitissimo nelle uscite, ma quando c’è da parare sa il fatto suo. L’intervento su Kouame al 32’ vale come un gol. I giovani non deludono: ottimo l’esordio di Felicioli, Mignanelli può recuperare con tranquillità senza dover necessariamente forzare i tempi. Tantissima corsa e tantissimo lavoro sporco per Carpani. La classe e l’eleganza di Cassata. Il mix è quello giusto, il merito è di chi sta in panchina. Capace di dare un senso allo scacchiere tattico, capace di dare un’impronta alla squadra e un’idea di gioco. Ma è evidente che per ottenere risultati devono esserci tutti gli interpreti migliori. Quest’Ascoli non può prescindere da alcuni elementi. E ieri ne è stato l’esempio più lampante.
[xyz-ihs snippet=”Native”][xyz-ihs snippet=”Banner-monetizzato-mobile-basso”]
Lascia un commento