Trentotto anni dalla morte di Peppino Impastato: un esempio di vita e di giornalismo!

Oggi Peppino Impastato, avrebbe compiuto 68 anni; quando morì ne aveva 30.

In molti, soprattutto i giovani, non sanno minimamente chi sia Peppino Impastato.

CHI ERA IMPASTATO – Peppino Impastato era un giovane giornalista nato a Cinisi nel 1948 in una famiglia di mafia. Il marito di sua zia, Cesare Manzella, era un boss di prima grandezza nel firmamento delle coppole. Suo padre, Luigi, aveva un amico che era il numero uno di Cosa nostra, Tano Badalamenti. Ispirato dal lavoro e dalle idee di Mauro Rostagno e di Danilo Dolci, nel 1975 Impastato fondò il circolo culturale Musica e cultura, un’associazione che promuoveva attività culturali e che diventò un importante punto di riferimento per i ragazzi di Cinisi. Il circolo si occupava di ambiente, di campagne contro il nucleare e di emancipazione femminile. Nel 1977 Impastato con la sua cerchia di amici fondò Radio Aut, un’emittente autofinanziata di controinformazione. Radio Aut prendeva in giro la mafia e i politici locali. Impastato conduceva una trasmissione satirica in cui parlava della mafia in maniera dissacrante. Il giornalista siciliano, che si era candidato alle elezioni comunali con Democrazia proletaria, fu ucciso nella notte tra l’8 e il 9 maggio e il suo cadavere fu fatto saltare con del tritolo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani, così da far sembrare che si trattasse di un attentato suicida.

Peppino Impastato, un esempio di vita. E di giornalismo!


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