Guardia di Finanza, il bilancio di un anno di attività sul territorio
UGL Marche: “Il caldo si previene, non si rincorre. Basta soluzioni tampone”
“Mentre CGIL, CISL e UIL ripropongono la stessa richiesta fatta nel 2022, 2023 e 2024 – ordinanze regionali che impongano uno stop temporaneo alle attività all’aperto – UGL Marche sceglie la strada della competenza e della prevenzione sistemica.Come negli anni passati, si torna a invocare il blocco delle attività lavorative nelle ore più calde della giornata, affidando la tutela dei lavoratori a ordinanze regionali straordinarie. Una proposta che, seppur comprensibile in chiave emergenziale, rischia però di cristallizzare una visione limitata e temporanea di un problema che ormai è strutturale e prevedibile. L’emergenza caldo non può essere affrontata ogni anno come fosse un evento imprevisto, e non è accettabile che il livello di tutela si limiti, ancora una volta, a un’interruzione oraria, senza un impianto di prevenzione reale e scientificamente fondato. UGL Marche ritiene fondamentale superare l’impostazione estemporanea di queste richieste, che sembrano più rispondere a logiche comunicative che a una reale volontà di cambiare le cose. Non basta chiedere di fermare i lavori dalle 12:30 alle 16:00 per dire di aver protetto i lavoratori. È necessario un cambio di passo culturale, prima ancora che normativo. Il rischio termico va gestito non solo nel momento in cui si manifesta, ma soprattutto prima, con strumenti di valutazione precisi, formazione adeguata e misure permanenti. A giugno 2025 sono state pubblicate le nuove Linee di indirizzo nazionali per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare, che integrano e rafforzano quanto già previsto dal D.Lgs. 81/08. Si tratta di un documento di straordinaria importanza, frutto di un lavoro congiunto tra istituzioni sanitarie, enti tecnici e regioni”. dice Carlo Narcisi, segretario regionale Ugl.
“Al suo interno si afferma chiaramente che il rischio caldo non è più una variabile secondaria, ma un rischio fisico a tutti gli effetti, da valutare con strumenti specifici come gli indici WBGT (UNI EN ISO 7243) e PHS (UNI EN ISO 7933), in relazione al tipo di attività, ai DPI utilizzati, al dispendio metabolico e alle condizioni ambientali. UGL Marche, in piena coerenza con questo approccio, propone un piano organico di prevenzione. Non servono misure isolate ma un insieme coerente di azioni: valutazioni microclimatiche basate su dati scientifici, sorveglianza sanitaria mirata soprattutto per i soggetti fragili o esposti, formazione chiara e in più lingue, organizzazione del lavoro con pause programmate, aree ombreggiate, idratazione garantita e dispositivi di protezione idonei. Serve aggiornare i documenti di valutazione dei rischi, i piani di sicurezza nei cantieri e nei magazzini, e farlo in modo sistemico, non sull’onda delle previsioni meteo. Non è solo nei campi o nei cantieri che si soffre il caldo. Il rischio riguarda anche i lavoratori della logistica, i corrieri, gli addetti alla raccolta rifiuti, chi lavora in magazzini sprovvisti di climatizzazione, nei trasporti, nei servizi pubblici e in tutte quelle attività dove si alternano ambienti refrigerati a temperature esterne elevate. Ignorare questa complessità significa trascurare una parte significativa del mondo del lavoro. UGL Marche chiede quindi alla Regione di attivare un tavolo tecnico permanente, con il coinvolgimento delle parti sociali, delle autorità sanitarie, dei rappresentanti della prevenzione, affinché le linee guida nazionali trovino concreta applicazione nel territorio. Una vera politica di prevenzione non può basarsi su provvedimenti temporanei, validi solo per alcune ore e per alcune categorie, ma deve diventare parte integrante della cultura organizzativa delle aziende. Tutelare il lavoro significa prevenire, pianificare, formare. Significa riconoscere i rischi con anticipo e affrontarli con metodo, non limitarsi a sospendere le attività quando il termometro supera una certa soglia. È tempo che anche il mondo sindacale si assuma la responsabilità di proporre soluzioni durature, fondate su norme e competenze tecniche. Chi lavora sotto il sole, o in condizioni di microclima sfavorevoli, ha diritto a ben più di un’ordinanza stagionale. Ha diritto a una protezione piena, continua, concreta. UGL Marche continuerà a far sentire la propria voce affinché nessun lavoratore sia costretto a scegliere tra il salario e la salute” conclude Narcisi.
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