Ascoli-Pescara, parola al tifoso

Un tifoso ci scrive. Pubblichiamo di seguito una lettere pervenuta in redazione a firma di un tifoso bianconero, Antonio Vannicola.

Con gli amici passavo le serate a fare la fila ai cinema Capitol, Corso, S. Marco, Excelsior.  La domenica sera quattro salti al Circolo Canottieri, oppure al Bar dei fratelli Cirillo in via Roma, all’angolo di via Sulmona. Ci incontravamo sovente con Giorgio Repetto, Bruno Pace, Edmondo Prosperi che “attrezzavano” una partita di “bazzica”, ma dovevano guardarsi dal piccolo e bravo “Mariolino” di Foto Adriatico (un negozietto di fronte alla vecchia stazione). Alla domenica tornavo ad Ascoli dalla mia famiglia ed allo stadio a tifare Del Duca (Ascoli), due chiacchiere con Costantino il Grande, quattro risate ed il ritorno a Pescara. Potrei parlare di Castellammare, della Strapaesana e rivolgere un pensiero a Rozzi, Galeota, Caldora, e a Catuzzi, allenatore dal cuore d’oro.

Domenica via al derby. Abbiamo conosciuto entrambi il fallimento, ma ci siamo rialzati a rappresentare due importanti realtà del nostro calcio. Il Pescara è più pronto, l’Ascoli Picchio vuole vincere. Ci sarà un gran pubblico con i soliti cori, anche fuori dalle righe, ma l’importante sarà onorare questo gioco bellissimo che in troppi in Italia provano a trasformare in un ginepraio putrescente. Non posso esimermi dal gettare uno sguardo sulla triste vicenda dell’estate che ha coinvolto il Teramo Calcio e chiedermi per quale arcano motivo dovremmo essere tacciati di ladrocinio, visto che l’Ascoli Picchio si è semplicemente, civilmente e legalmente cautelato nelle sedi opportune, come avrebbero fatto la Reggiana, il Pisa o qualsiasi altra squadra che si fosse classificata al secondo posto al termine del campionato. Quindi saremmo stati tutti una congrega di… ladri. Il Teramo, fino a due giornate dalla fine, avrebbe sicuramente meritato la promozione senza cercare più “sicurezza” di quanta non ne avesse bisogno, anche per il suicidio sportivo che l’Ascoli ha operato su se stesso dispensando punti sul prato del Del Duca a beneficio di squadre quali: Pro Piacenza, Prato, Gubbio, San Marino, per non parlare del poco edificante 0-3 del Fattori. Ma quando il Diavolo interrompe la sua straordinaria serie positiva perdendo a Prato, l’Ascoli, vincendo con l’Ancona riduce lo svantaggio a quattro punti, ecco che allora accade qualcosa di molto “sciocco” per usare un eufemismo. Lasciarsi “ingolosire”, tentando di chiudere a Savona il campionato per rendere ininfluente il confronto al Bonolis con lo “spauracchio” Ascoli, è stata una idea infausta. I biancorossi avrebbero conseguito comunque la serie B senza ricorrere alle nefaste alchimie ordite e messe in atto. Sappiamo tutti come è andata nei due gradi di giudizio sulla base di indizi GRAVI, PRECISI e CONCORDANTI. In appello comunque il Teramo ottiene una incongruente 1° Divisione e, nonostante tutto, il suo Presidente recupera una buona parte dei suffragi da parte della tifoseria biancorossa che si è quasi immolata come ad una divinità, ad un martire della fede pallonara. Non so quanto i rapporti con la stampa, da parte del Teramo si siano ricomposti, ma la “reprimenda” da parte del “Centro” del 15 settembre mi è sembrata efficace ed opportuna: chapeau! E che dire del profondo condizionamento delle città Teramo ed Ascoli ove si incrociano amicizie, affetti di parentele, affari. Ergo, legittimamente Ascoli in serie B. Chi scrive era l’amico più caro del figlio prediletto di Teramo: Ivan Graziani di cui il 6 ottobre scorso ricorreva il compleanno postumo. Iniziammo il nostro percorso musicale e di profonda amicizia proprio ad Ascoli. Lasciò la sua città per venire a frequentare la Scuola d’Arte al Palazzetto Longobardo. La vita, in seguito, ci ha portati in luoghi diversi. Ci siamo rivisti più volte fino all’ultimo incontro al Ristorante da “Domenico” a Marina di Città S.Angelo. Quando quella serpe immonda lo ha divorato era una fredda giornata di Capodanno del ’97. Fu un dolore profondo. Alle esequie, nella piccola Chiesa di Novafeltria, campeggiava una bellissima chitarra di garofani bianchi. Oggi Ivan vive solo nei miei ricordi. Ciao grande amico e impareggiabile artista. Avevo quasi dimenticato Ascoli-Pescara. Ho sentito che Lapadula è, giustamente, in fibrillazione per la partita, ma lasci perdere le fantomatiche “vendette” ascolane e gli scheletri teramani lasciamoli nell’armadio. Su Rete8 Antonio De Leonardis cita un presunto episodio di intolleranza allo stadio Del Duca. Antonio, la sua ben nota professionalità ed esperienza avrebbero dovuto dissuaderla dal riesumare inopportunamente fatti di cui (quasi) nessuno stadio è immune, soprattutto a pochi giorni da Ascoli-Pescara.

 

Buon derby a tutti!

 

Antonio Vannicola

(profondamente ascolano ed orgogliosamente abruzzese)

 

 


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