Al consiglio si lotta per il CAAP: minoranza per il controllo strategico

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il CAAP continua a dividere i politici del territorio. Al consiglio comunale di oggi l’atmosfera si infiamma. “Stiamo buttando giù questo emendamento per derogare alla Madia con leggi speciali. Sono convinta che il consiglio non deve votare il controllo del CAAP sulla base di un errore legislativo”.

Così la consigliera di minoranza Rosaria Falco sulla votazione del controllo pubblico da parte del consiglio comunale. Continua Falco: “sarebbe più fondato e tutelerebbe il CAAP un tavolo dei soci pubblici, al di là delle simpatie politiche. Questo prevede la legge, che include casi di dissesto ma non è nemmeno questo perché il bilancio quest’anno è positivo. Lo scopo finale della Madia è evitare gli sprechi e i danni erariali, in quest’ottica penso che si dovrebbe agire per il bene comune”.

Propone il vicesindaco Andrea Assenti: “Da quando abbiamo rinominato i vertici ci stiamo mettendo mano, siamo disponibili a incontri, così come quello con Italmercati. Dobbiamo appellarci alla Legge speciale 1985, ma ci siamo mossi in una situazione in cui c’è una montagna di debiti. Siamo arrivati lì per avere una quadra. Abbiamo convocato più di una riunione ma c’era un aspetto politico che blocca i soci pubblici. Per questo abbiamo chiesto alla Regione di liquidarci le quote. Ma per noi non è strategico. Dal 2016 nessuno dei soci pubblici si è presentato tranne il sindaco di Monteprandone Sergio Loggi. C’è uno scontro politico con il collegio dei revisori. Secondo me lo scontro politico va a eliminare una soluzione buona. Sulla vendita delle quote vediamo se ci sono pubblici interessati, ben venga. Noi il primo controllo lo avremo nel 2023. Teniamo ferma nella delibera l’ipotesi di vendita ma siamo aperti a un’ipotesi di ragionamento e di possibilità di sviluppo. Non siamo più all’ipotesi di liquidazione coatta, ma di valorizzazione strategica come per il Porto.

“Vendita delle quote tra due anni, ma prima blindarle, perché è necessario definire l’interesse pubblico” spiega Giorgio De Vecchis a cui fa eco Valerio Pignotti che spiega “La Regione ha votato l’emendamento ma se la Casini si mette per traverso è un nulla di fatto”.

Prende la parola Tonino Capriotti, che spiega: “Puntare tutta la nostra posizione su un articolo può sembrare debole. Sul CAAP siamo stati sempre dalla stessa parte, oggi che la Regione comincia a dare risposte positive non ci dividiamo. Abbiamo una società che è in recupero, con bilancio risanato. Oggi la razionalizzazione delle spese porta a un risparmio di 200 mila euro.

Antimo Di Francesco aggiunge: “C’è una questione che deve essere chiarita, politicamente e tecnicamente”.

Il consiglio comunale al voto si esprime. Ma la minoranza non vota un riconoscimento del CAAP fuori dai termini di legge. Infatti – nonostante la mozione votata dal consiglio che ha affermato il contrario – la minoranza punta a far riconoscere l’ente comunale come prioritario nel controllo e il CAAP sotto l’ombrello della Madia. E riconoscendo le quote come non vendibili, e il CAAP come servizio pubblico locale. “Un mercato di interesse regionale in cui il mercato delle fiere (secondo l’art. 4 comma 7 della legge Madia n.175/2016)non è prevalente” spiega De Vecchis. Che si chiede “dichiariamolo invendibile per ora, oppure il comune vuole distruggere il settore agroalimentare?”.

Alla prova del voto con 14 voti favorevoli il consiglio approva la delibera secondo cui il CAAP non è più sotto la legge Madia.

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