Al via un progetto per la valorizzazione delle carni suine allevate in montagna

MONTEMONACO . Parte il progetto “Carni in montagna” realizzato dal Comune di Montemonaco insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio nell’ambito del Masterplan terremoto, il piano esecutivo di rilancio delle comunità colpite dal terremoto del 2016.

E’ prevista la creazione di un “club di prodotto” per la valorizzazione delle carni di maiali allevati all’aperto e delle carni di cinghiale provenienti dal controllo numerico selettivo in base ai piani di prelievo predisposti dal Parco nazionale dei Sibillini per trasformare quella che è considerata un’emergenza in una vera e propria risorsa per il territorio. E’ stata costituita una cooperativa sociale che conta, al momento, 17 soci fondatori, ma che ovviamente mira a coinvolgere più persone. Oltre che su aziende e sostenitori privati, il progetto può contare su una ampia e competente partnership territoriale che include, tra gli altri l’Agenzia di sviluppo rurale e il Parco nazionale dei Monti Sibillini. Le finalità principali sono quelle di dare un impulso all’occupazione delle aree montane pesantemente colpite dal terremoto e poi sviluppare il settore della zootecnia e dell’allevamento nella zona montana, in particolare nel settore dei suini.

« E’ una sorta di economia circolare per utilizzare le carni suine allevate e selvatiche tramite la neonata cooperativa» dice Raniero Viviani, vicepresidente della Fondazione Carisap, « Teniamo molto a questo progetto per diversi motivi e nel breve termine avremo riscontri apprezzabili. Per noi il masterplan è stata l’azione per tamponare gli effetti negativi nel territorio cercando di dare un contributo che impatti in diversi aspetti immateriali per tamponare lo spopolamento e auspichiamo che queste forme di economie possano prosperare ancora».

Il Sindaco di Montemonaco Onorato Corbelli ricorda che « Il sisma ci ha messo a terra con l’economia che gira poco e questo progetto vuole dare una mano. Il fabbricato è stato acquistato dal Comune e poi verrà attrezzato e nella zona ci sono 5000 mq di terreno e delle fornaci dove verrà cotta la carne sul posto e ci saranno assunzioni e in questo modo aiutiamo anche gli allevatori. Tommaso Fabrizi, presidente cooperativa CDM sottolinea la « Sinergia tra agricoltori e cacciatori. Le carni allevate in questo modo hanno delle qualità organolettiche superiori impiegando un anno per assumerle tutte. Gli agricoltori spesso devono spendere il triplo delle energie per evitare le intrusioni dei cinghiali e tutto questo adesso si potrà utilizzare come risorsa. E’ un discorso di prospettiva per un territorio in crisi e da un problema cerchiamo di ricavarne un’opportunità». Infine, per la vendita e la promozione delle carni della montagna, è previsto l’allestimento di un’ampia area dedicata, con la possibilità per i turisti di acquistare direttamente tutti i prodotti.

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