Amarlis, il “veggente” Del Vecchio lascia la Diocesi dopo le polemiche

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ASCOLI PICENO – Si ritira dalla canonica della Chiesa di Quinzano di Force (Ascoli Piceno), presa regolarmente in affitto e trasformata in sede dell”Associazione Amarlis, il presunto veggente Christian Del Vecchio, adoratore della Madonna del Giglio tra le spine e al centro di molte polemiche.

“Per evitare alla Diocesi di Ascoli Piceno il disagio che i media stanno creando prendendo di mira la mia persona e l’Associazione Amarlis, decido, almeno per ora, di allontanarmi” scrive Del Vecchio al vescovo mons. Giovanni D’Ercole. La sede era frequentata da diverse persone attirate da presunte visioni della Madonna, che Del Vecchio sostiene di aver avuto per la prima volta nel gennaio del 2013, e altrettanto presunte guarigioni miracolose.

Dubbi sulle pratiche condotte all’interno della canonica (consacrazione di ”Dame”, riti con la trasudazione dell’olio ecc.) erano circolati sui social, dopo la segnalazione di alcune persone che invitavano a non consegnare a Del Vecchio denaro e gioielli. ”A coloro che credono nella potenza della preghiera – commenta il vescovo, che ha reso nota la lettera del ”veggente” – domando di proseguire a invocare lo Spirito Santo, e sono convinto che se questa è opera di Dio nulla potrà distruggerla, se invece è opera umana si spegnerà come un fuoco di paglia o si sgonfierà come una bolla di sapone“. Nella missiva Del Vecchio ringrazia il presule e motiva la sua decisione di lasciare con il desiderio di “essere più libero di potermi difendere e tutelarmi dalle calunnie e diffamazioni, cercando di evitare altri impicci alla Diocesi e alla Sua Persona, Eccellenza”. Si dichiara “certo che la Verità trionferà”. Per questo, aggiunge, “offro la sofferenza di questo momento e sono grato a tutti coloro che mi sostengono con il loro affetto e la loro preghiera. Perdono di cuore, benedico e prego per tutti coloro che, mossi da Dio solo sa quali ragioni, cercano di farmi del male”.

“Chiedo perdono a Lei e alla Chiesa tutta – soggiunge rivolto al vescovo – se, pur non volendo, sono stato causa di divisione invece che di unità tanto desiderata dal Cuore della Vergine”. “La Diocesi – sottolinea mons. D’Ercole – aveva già da tempo avviato in modo riservato e costante il necessario discernimento richiesto dalla Chiesa in presenza di tali fenomeni, e ritengo che qui o altrove sia indispensabile proseguire questo delicato e indispensabile servizio alla verità e alla salvaguardia della fede, nel rispetto dei carismi che Dio suscita liberamente all’interno del popolo cristiano”.

Foto: corriereadriatico.it

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