Anagrafe di Porto d’Ascoli, il M5S: «Risulta tuttora sottodimensionato»

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Anagrafe di Porto d’Ascoli, il Movimento Cinque Stelle rivierasco attacca l’amministrazione di Viale De Gasperi: «Risulta tuttora sottodimensionato. Nessuna soluzione dal comune».

«I recenti fatti riguardanti l’Ufficio polifunzionale – Delegazione anagrafe di Porto d’Ascoli, si possono spiegare solo con l’idiosincrasia che l’attuale sindaco nutre nei confronti dell’intera zona – scrivono Peppe Giorgini e Serafino Angelini come del resto più volte testimoniato dalla gestione prevaricatoria che gli ha riservato, basti ricordare la superficialità che ha per esempio mostrato circa le gravi condizioni ambientali nel quartiere Agraria se possibile peggiorate nel corso degli ultimi anni, e con la dolorosa indifferenza circa le continue istanze provenienti da un’area che conta 18mila abitanti, da sola più grande di ogni comune limitrofo.

Ormai la storia riveste carattere strutturale, poiché l’ufficio di Porto d’Ascoli si è rivelato da sempre sottodimensionato e il forte afflusso degli ultimi cinque anni con il moltiplicarsi delle richiesta di certificazione di cittadinanza, assieme all’aumento di un terzo di altra documentazione relativa ad atti di nascita, matrimonio, separazione, divorzio, unione civile e morte, ha ulteriormente aggravato la situazione; si pensi che annotazioni, modifiche e aggiornamenti sui registri, sono ancora in gran parte manuali e a tutte queste operazioni ottempera un solo dipendente.

La domanda che sorge spontanea è come sia possibile il perdurare di questa situazione, quando ad esempio il comune di Grottammare (16mila abitanti) e il comune di Monteprandone (12mila) gestiscono con un ufficio dedicato carichi nettamente inferiori. Come è possibile non considerare che personale sufficiente garantirebbe lo smaltimento delle pratiche in tempi decisamente più ragionevoli, invogliando la popolazione residente, in particolare gli anziani, a servirsi del servizio locale invece di recarsi, magari in auto, in centro città? Quali meccanismi sono alla base di scelte così palesemente in contrasto con la cura attenta della cittadinanza?

Equità sociale e parità di trattamento dovrebbero essere priorità per chi amministra la cosa pubblica, e un sindaco dovrebbe rivelarsi essere garante del concetto secondo cui a tutti i cittadini vengano riconosciuti gli stessi diritti.

Ad aggravare la situazione invece, addirittura dichiarazioni in consiglio comunale rivelatesi completamente fasulle: alla risposta della giunta in consiglio comunale in merito alla presentazione di un atto ispettivo della consigliera del Pd Morganti che sottolineava la mancanza cronica di personale nell’ufficio di Porto D’Ascoli, il sindaco rispondeva che tutto era a posto e che “La problematica risulta ad oggi risolta tramite l’assegnazione di un a dipendente con comprovata esperienza nel settore dello stato civile. L’assegnazione, inoltre, risulta aggiuntiva rispetto alle assunzioni e mobilità intersettoriali”.

In realtà, ad oggi, nulla è stato fatto e la delegazione di Porto D’Ascoli ha ancora un solo dipendente che svolge le mansioni di ufficiale dello stato civile.

Questa non è certamente la maniera di gestire uffici pubblici e dipendenti, e soprattutto non è il modo di fornire un servizio, perché ogni atto di giunta si riflette sulla qualità della vita dei cittadini i quali non possono contare altro sulla bontà dell’azione dei propri rappresentanti. Purtroppo l’attuale amministrazione si sta mostrando ogni giorno più inadeguata al compito che è stata chiamata a svolgere e che, in questi anni, non è mai stata capace di portare avanti secondo logica e buon senso e, soprattutto, secondo i dettami della Costituzione italiana».

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