Anche l’Unione Montana del Tronto cerca rimedi contro l’invasione dei cinghiali

ASCOLI –  Anche l’Unione Montana del Tronto e Valfluvione prende provvedimenti nei confronti del proliferare dei cinghiali, che stanno diventando un vero e proprio problema in tutto il territorio. Qualche giorno fa, i cacciatori hanno chiesto alle autorità di essere maggiormente coinvolti per ridurre il numero degli ungulati, che stanno diventando sempre di più.. Il presidente dell’Unione Montana Giuseppe Amici spiega che « La scorsa settimana abbiamo riunito tutte le parti in causa, compresi anche l’Ambito Territoriale di Caccia, Copagri, Cia e Coldiretti, i Sindaci, la Regione Marche e la Polizia Provinciale per affrontare meglio questa situazione. Abbiamo deciso, di comune accordo, che ogni Sindaco deciderà l’abbattimento nella propria zona di competenza territoriale» spiega Amici, « La decisione è scaturita anche per una questione di ordine e sicurezza pubblica. Con la collaborazione dell’Atc e delle Guardie venatorie, verranno stabilite delle giornate specifiche in cui si potranno abbattere gli ungulati» evidenzia il presidente dell’Unione Montana che spiega, inoltre, che « Potranno agire solo e soltanto le squadre autorizzate. Abbiamo ricevuto decine di segnalazioni da parte degli agricoltori che hanno subito ingenti danni da questi animali. Da parte loro sta diventando impossibile continuare a lavorare ed  è necessario porre rimedio» dice Amici, « Anche per le persone, questi cinghiali rappresentano un pericolo non indifferente.  Proprio per evitare ulteriori problematiche, si sta predisponendo uno schema tipo di ordinanza, insieme alle organizzazioni agricole, per contenere la situazione» spiega Amici, « Al momento, non abbiamo fatto un’indagine conoscitiva per scoprire il numero preciso degli ungulati, ma abbiamo certificato che si tratta di un fenomeno ampiamente diffuso in tutto il territorio».

Anche la Regione Marche ha elaborato un piano, valido fino al 2023, per regolare la questione, stabilendo il contenimento dei danni causati dagli animali e una gestione omogenea dell’attività di controllo su tutto il territorio regionale, ad esclusione delle aree protette, la cui competenza gestionale è attribuita ai rispettivi Enti. E’ prevista, inoltre, una verifica dei risultati ottenuti attraverso il monitoraggio costante degli interventi programmati. Negli ultimi anni, nel Piceno, sono state quasi mille le richieste di risarcimento per i danni degli ungulati, mentre le coltivazioni che hanno subito maggiori danni sono state quelle di mais, girasole e cereali.  Gli agricoltori maggiormente colpiti dal fenomeno dei cinghiali sono quelli delle zone di Acquasanta, Appignano, Castignano, Force, Montemonaco, Palmiano, Roccafluvione e Venarotta ma anche ad Ascoli.

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