Ascoli si mobilita contro il bullismo. Una serie di incontri per spiegarne le cause

ASCOLI – Ascoli si mobilita contro il bullismo. In seguito ad innumerevoli episodi avvenuti nelle scuole della nostra città, alcuni esperti sono stati chiamati dai dirigenti scolastici per affrontare il serio problema e sensibilizzare docenti e alunni circa la gravità delle frequenti persecuzioni da parte di un singolo o di un gruppo a danno di individui più deboli, in quanto maggiormente carenti di risorse emotive o fisiche.

Nelle scorse settimane, a focalizzare questa pericolosa tendenza a scuola è stato il Liceo Artistico “Licini”, grazie ad incontri affrontati dal sociologo del Comune Nello Giordani. A breve, gli appuntamenti coinvolgeranno il Liceo delle Scienze Umane, lo Scientifico e il Liceo Classico. Ad inizio anno, in altre scuole del territorio si affronterà l’altrettanto grave problema del “Cyber Bullismo”, con i rappresentanti della Questura Guido Riconi e Patrizia Peroni. L’esperto, ad ogni incontro, cerca di spiegare le dinamiche e le cause che portano a questa triste fenomenologia, che coinvolge ogni fascia d’età e che da adulti diventa “stolker” nelle relazioni interpersonali e “mobbing” nei luoghi di lavoro.

«E’ un problema serio, aggravato dal fatto che si vive sempre più in una società che offre modelli di cattiva condotta »spiega Nello Giordani a proposito della genesi di tale tendenza, incrementata dalle continue immagini di violenza che ci circondano, sin da bambini con i giochi interattivi e i videogiochi. «Oggi non si dialoga con le parole ma con l’aggressività» prosegue, evidenziando il comportamento deprecabile del persecutore, sempre dettato da un abuso di potere a discapito di un soggetto debole. Durante gli incontri in classe l’esperto evidenzia la necessità di non criminalizzare il bullo, che la scuola, dedita alla formazione, non può escludere. «Gli insegnanti devono bloccare simili comportamenti e gli altri ragazzi denunciare quanto accade» auspica Giordani, certo che le vittime in genere siano restie a parlare coni i professori e a casa, per vergogna ma anche per paura del persecutore.

E a proposito di fragilità, lo studioso è convinto che ad esserlo ancora di più sia il carnefice. «Anche il bullo soffre perché non sa gestire la sua ostilità: dietro al suo apparente atteggiamento di superiorità in realtà si nasconde disprezzo per se stesso perché sa di essere instabile» conclude il sociologo, convinto che tali atteggiamenti violenti finiscano ad essere gli unici con cui il bullo si sente di poter comunicare. L’attualità del fenomeno sta portando varie novità a livello legislativo. In queste ore la legge che si occupa del “Bullismo” entrerà in aula, stabilendo un numero verde per le vittime, il 114. Il testo prevede che il ragazzo che compie atti di bullismo e che non modifica i propri comportamenti dopo un percorso di rieducazione, possa  essere allontanato dai genitori dal Tribunale dei Minori e affidato a una casa famiglia se la permanenza con i genitori dovesse risultare non proficua alla sua rieducazione.

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