Case popolari, Proposta di legge della Lega in Regione. Antonini : “Più equa e moderna”

 Depositata ieri ad Ancona da parte del Gruppo regionale della Lega la proposta di legge per modificare la normativa regionale che disciplina l’assegnazione e la gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. 

Il documento vede come primo firmatario il Consigliere regionale Andrea Maria Antonini che, già prima di sedere sugli scranni di Palazzo Raffaello, aveva messo al centro della propria battaglia politica il tema delle case popolari. Tante le novità introdotte nel documento, sia nei requisiti di accesso alla domanda che negli obiettivi perseguiti. “È una Proposta di Legge che mi rende particolarmente orgoglioso, sia per esserne primo firmatario, ma soprattutto per l’importanza del tema – le parole di Antonini -. È questo un punto a cui tenevo da prima della campagna elettorale e che oggi ha compiuto il suo primo passo”.

La modifica dell’attuale normativa, a partire dalla l. r. 36/2005 fino alle successive integrazioni, prevede l’inserimento alcuni titoli, sia in positivo che in negativo, necessari per presentare la richiesta: tra questi la residenza da almeno due anni nel comune che emana il bando e da cinque anni nelle Marche, l’assenza di condanne, anche non definitive, per reati consumati o tentati in materia di violenza familiare e, negli ultimi dieci anni, per delitti non colposi per i quali la legge prevede 

una pena detentiva non inferiore a due anni. Previste poi delle quote di riserva a determinate categorie di cittadini: “Vogliamo una legge che vada incontro alle esigenze di legalità e giustizia, più equa e rispettosa dei bisogni della comunità – spiega l’esponente della Lega -. Tra i punti cardine, infatti, si propone di destinare una parte degli alloggi (8%) ai nuclei familiari composti da soggetti under35, ai nuclei familiari monoparentali, con uno o più figli a carico (sempre 8%) e ai membri delle Forze dell’Ordine e dei Vigili del Fuoco che prestano servizio in regione (10%). Ma abbiamo anche inserito l’innalzamento dal 25% al 30% della quota eventuale di riserva annuale da destinare a categorie speciali”. 

Gli scopi della modifica sono molteplici: “Sostenere progetti di vita in grado di sopperire al disagio economico-sociale che incombe più pesante all’orizzonte post-pandemia, riqualificare centri storici e periferie in un’ottica di ricostituzione di quelle relazioni di comunità che si traducono in tessuto sociale fertile per la crescita armonica degli individui. Crediamo che questa sia la legge di cui abbiamo bisogno, più adatta alle sfide che attende la nostra società” conclude Antonini. 

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