Casini (Pd): “Giunta Acquaroli allo sbando totale: solo a poche settimane dal voto decide di portare in consiglio atti di programmazione e proposte di legge che avrebbero dovuto essere discusse all’inizio della legislatura”
“Dopo aver mortificato le prerogative del consiglio regionale per cinque anni – attacca la capogruppo del Partito Demcoratico Anna Casini – il triste e penoso finale della giunta Acquaroli si sta caratterizzando per una serie di atti di prevaricazione ai danni non solo dei gruppi politici di maggioranza e opposizione, ma anche degli stessi dipendenti regionali, obbligati a lavorare in maniera illogica, frenetica e contraddittoria per rispondere ai capricci del presidente e dei suoi assessori. Si potrebbe dire che Acquaroli e i suoi abbiano inventato la “programmazione a valle”, cioè anziché iniziare a governare all’inizio della legislatura, hanno volutamente e irresponsabilmente scelto di attendere la fine del mandato per affrontare alcuni importanti nodi strategici. Incapacità di governare? Timore per le decisioni assunte? Esigenze di campagna elettorale? Non lo sappiamo, di certo c’è che si è arrecato un grosso danno alle Marche”.
“Anche perché – afferma la capogruppo del Pd – si tratta di atti di grande rilevanza strategica come la proposta di legge sulla salute mentale, più volte sollecitata dal nostro gruppo con interrogazioni e mozioni, la Riforma del terzo settore, il Piano triennale della Cultura e, addirittura, il piano Infrastrutture Marche 2032, ovvero il documento strategico che definisce l’assetto infrastrutturale della regione. In compenso, si tenta di approfittare della situazione per inserire nell’ordine del giorno dei lavori del consiglio regionale una nuova sventagliata di leggi-marchetta (le uniche partorite senza soluzione di continuità nel corso degli ultimi cinque anni), buone solo per fare campagna elettorale, visto che peraltro sono prive di ogni copertura finanziaria e rappresentano quindi anch’esse una presa in giro ai danni di cittadini, enti e associazioni”.
“Questo modo di procedere poco democratico – conclude Casini – nega di fatto il confronto con gli stakeholders del territorio, ai quali non viene dato tempo di dare il loro apporto nelle audizioni in commissione, ma impedisce anche ai consiglieri di maggioranza e opposizione di approfondire le proposte di legge e portare eventualmente le modifiche ritenute necessarie. Una vergogna sotto ogni punta di vista”.
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