Centro Agroalimentare, la Regione vuole investire nella società


SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un investimento in alcuni volumi in cambio del pacchetto azionario. E’ questo l’accordo in via di definizione fra la Regione Marche e il Centro Agroalimentare Piceno.

Sempre più lontano il progetto di liquidazione: questo almeno è quanto sembra emergere dall’incontro tenutosi poco fa in commissione regionale Affari Istituzionali. Presenti al confronto, i vertici del Centro Agroalimentare, il governatore Luca Ceriscioli, il vice Anna Casini, i consiglieri Fabio Urbinati (Italia Viva) e Peppe Giorgini (Movimento Cinque Stelle).

In sostanza, la bozza di accordo fra Ceriscioli e la partecipata è questo: il CaaP si impegna ad acquistare il pacchetto del 33.87% di proprietà regionale, e Palazzo Raffaello realizzerà alcuni investimenti su alcuni spazi del Centro. Anzi, proprio in settimana un tecnico del patrimonio farà visita al complesso di Contrada Valle Piana per confermare la fattibilità dell’idea. Ma cosa andrebbe a fare la regione? Laboratori di ricerca e spazi di vendita per il settore ittico.

«Il governatore vuole rilanciare l’Agroalimentare, e così i nostri consiglieri Urbinati e Giorgini – dice il vicepresidente della società, Corrado Di Silverio – purtroppo non posso dire la stessa cosa del nostro rappresentante territoriale». Di Silverio, ancora una volta, si riferisce alla vicepresidente della regione Anna Casini.

«E’ stata una riunione molto positiva – commenta proprio la Casini – Con il supporto tecnico amministrativo del segretario generale, dell’avvocatura e dei dirigenti del Bilancio e Agricoltura è stata assunta la decisione di verificare le destinazioni d’uso e urbanistiche dell’area, delle quali il CDA non aveva al momento contezza, e di procedere ad un sopralluogo tecnico finalizzato alla verifica della consistenza degli immobili e al loro utilizzo.

Naturalmente il valore dei beni immobili dovrà essere verificato anche dall’Ufficio Tecnico Erariale prima di ogni decisione. La Giunta Regionale è stata come sempre disponibile a trovare, all’interno dell’alveo delle normative vigenti e delle proprie competenze, tutte le soluzioni che abbiano come obiettivo l’interesse pubblico, della società e soprattutto l’interesse dei cittadini».

«L’Agroalimentare è salvo – ribatte Fabio Urbinati – con questo incontro la tendenza è stata invertita, e il progetto di liquidazione voluto dalla Casini è definitivamente tramontato. Questo anche perché il tutto è passato dalle mani dei tecnici dell’Agricoltura a quelli del Patrimonio».

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