Centro trasfusionale, la protesta della Falco: «Non va trasferito»

medicina

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Centro trasfusionale, la protesta della consigliera Rosaria Falco: «Non va trasferito. Scelta impercorribile quella della primavera scorsa».

«Pare che, nonostante le rassicurazioni date ieri al sindaco, per cui il centro trasfusionale sarebbe rimasto al suo posto, con spostamento solo del centro prelievi ad un piano inferiore, questo servizio debba di nuovo essere trasferito, e ancora nessuno sa dove. Si tratta di un servizio spesso dimenticato ma fondamentale, in cui infermieri e tecnici erogano prestazioni di diagnosi e cura di medicina trasfusionale e realizzano attività di produzione, che comprendono oltre agli emocomponenti ad uso trasfusionale anche la raccolta del plasma iperimmune.

Inoltre accoglie i pazienti che devono trasfondere, e quelli che devono infondere terapia marziale e  salassi…Riteniamo non percorribile la soluzione attuata la scorsa primavera, quando i pazienti sono stati trattati come pacchetti postali, viaggiando continuamente fino ad Ascoli.

Teniamo presente che il Trasfusionale è alla base dell’attività ospedaliera e presupposto indefettibile per l’esistenza stessa di un ospedale, e che il nostro servizio è uno dei più importanti delle Marche, inviando le sacche di sangue in tutto il territorio regionale: solo nello scorso mese di giugno sono state inviate circa 600 sacche.

Dunque è facile dedurre che l’accanimento nei confronti di questo servizio è direttamente connesso con le mai sopite intenzioni di smontare letteralmente il nostro ospedale, col favore del Covid: in un modo o nell’altro il Peimaf di AV5 della dott.ssa Sansoni va a tutti i costi attuato per quanto riguarda San Benedetto, mentre può restare lettera morta per ciò che riguarda il Mazzoni, vedi la prevista chiusura di un’ala del reparto di Medicina, che invece son si vuole assolutamente prendere in considerazione.

Aggiungiamo che né Milani né nessun altro dirigente si è dato la pena di effettuare un sopralluogo, dopo quelli già effettuati a giugno, per verificare l’effettiva necessità di uno spostamento del Trasfusionale.

Ora chiediamo con fermezza che si cerchi una soluzione celere e razionale per questo nostro servizio. Ad esempio l’ex ortopedia del secondo piano, chiusa ed inattiva: come mai non si è pensato di spostare lì la geriatria e lasciare trasfusionale dove è situato ora? Oppure, perché non utilizzare proprio questo reparto inutilizzato per posizionare il centro trasfusionale? O ancora, perché non utilizzare all’uopo i locali dell’ex Otorinolaringoiatria?»

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