"Chiedi alla polvere", ad Arquata una pagina Facebook per ripartire

Si chiama “Chiedi alla polvere/Ask the dust” la pagina Facebook aperta da una decina di giovani di Arquata del Tronto, il comune delle Marche più colpito dal terremoto del 24 agosto.

Il riferimento all’omonimo libro di John Fante, che pure narra dell’aspirante scrittore italo-americano Giovanni Bandini, pero’ è solo parziale. Al momento il gruppo su Facebook è un modo per rimanere uniti e per scambiarsi informazioni sulla vita nelle tendopoli e sulla futura fase della ricostruzione.

Ma l’obiettivo di Emanuele, Vincenzo, Andrea, Diego, Natalia, Maria, Maristella, Christian, Davide, Alessandro e Grazia, è più ambizioso: creare un blog e infine un sito di notizie, sul modello di Newstown, realizzato dai comitati di base e dai giovani dell’Aquila per documentare la fase post sisma.

E così il titolo diventa un modo per ”interrogare” la polvere, cioè ripartire dalle rovine per progettare il futuro, il loro e quello del loro paese, che ha contato 51 vittime del sisma, la frazione di Pescara del Tronto, rasa al suolo, decine e decine di edifici pubblici e privati inagibili, comprese le scuole e il Municipio.

“Quello che ci lega nel profondo a questo luogo è il senso di appartenenza – scrivono i ragazzi in un post che è il manifesto del progetto, sotto ad un”immagine suggestiva dei Monti Sibillini -. Tutti sentiamo di appartenere a queste montagne che ci cullano da quando siamo nati”.

“Questo terremoto ha fatto sbiadire sogni, speranze e progetti che fin da piccoli legavamo ad Arquata – dicono -, perchè purtroppo ha reso quelle case macerie, quelle strade cumuli di massi e anche tutti noi più disillusi e razionali, ci ha privato dell’ottimismo della nostra immaginazione. La consapevolezza più grande però è quella che ognuno di noi lotterà perchè il nostro paese non venga abbandonato, farà di tutto per veder tornare le cose alla normalità, perche’ andremmo contro noi stessi non perseguendo questo proposito. Ricominceremo a sognare il nostro futuro qui, nel piccolo angolo di paradiso che ci ha regalato emozioni incomparabili, dobbiamo ricominciare per quel senso di appartenenza che vive in noi”.

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