Confindustria Centro Adriatico si focalizza sulle reti d’impresa

“Dobbiamo partire da qui se vogliamo dare un contenuto all’area di crisi complessa  ottenuta per il distretto calzaturiero e tutto il sistema economico. Aver ottenuto l’abbassamento della somma di investimento presentabile a Invitalia a un milione di euro, non risolve il problema strutturale delle nostre micro imprese: la rete d’impresa diventa una delle soluzioni più fattibili”.

Il direttore di Confindustria Centro Adriatico, Giuseppe Tosi, invita imprenditori e stakeholder all’incontro di lunedì prossimo alle 16 a Villa Lattanzi insieme con RetImpresa, agenzia nazionale di Confindustria specializzata in questo settore che ricorda come “da oltre 10 anni il “contratto di rete” sia un modello di collaborazione che consente alle aziende di realizzare progetti ed obiettivi condivisi, mantenendo indipendenza, autonomia e specialità”.

“Le aggregazioni rappresentano, oggi più che mai, una leva di sviluppo del sistema imprenditoriale. Attraverso le reti, le imprese possono accrescere le potenzialità competitive per incrementare la propria capacità di affermarsi sui mercati nazionali e internazionali” ribadisce Tosi.

Dopo i saluti del presidente della Camera di Commercio regionale Gino Sabatini e quelli del vicepresidente di Confindustria Centro Adriatico Giampietro Melchiorri interverranno gli esperti di RetImpresa, il direttore Carlo La Rotonda, Tiziana Cardone e Linda Vancheri

L’incontro nasce all’interno del progetto ‘Strategie e soluzioni – Rete calzature’ “Reti d’Impresa e spese per la formazione sono state inserite all’interno della 181. Il Ministero ha accettato la richiesta a cui tenevamo particolarmente e che il lavoro portato avanti dal Tavolo per lo Sviluppo ha reso possibile. Quindi dobbiamo essere protagonisti”.

L’occasione del seminario diventa così la base di lavoro per il progetto che Confindustria Centro Adriatico ha pianificato insieme con la Camera di Commercio delle Marche.

“Abbiamo individuato quattro segmenti di aziende: i grandi brand; le aziende che lavorano con il marchio proprio, i licenziatari e i terzisti. Partendo dai primi due gruppi abbiamo individuato una decina di aziende di riferimento. A seguire abbiamo inviato un questionario per capire i bisogni, cosa potrebbe farle crescere. Si è parlato di servizi, produzione, manodopera, professionalità. Perché vorremmo essere in grado di mettere in contatto le imprese in modo che possano trovare sul territorio le risposte che cercano. Serve un modello di scarpa?”

“Il progetto” – conclude Tosi ringraziando la Camera di Commercio per il sostegno – “riguarda ogni settore, dall’accessorista ai servizi, penso alle infrastrutture tecnologiche”.

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