Crisi idrica, Giorgini avverte: «Gravi difficoltà per Pasqua e l’estate»

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Carenza d’acqua nel Piceno: la situazione d’emergenza si protrae sin dai terremoti del 2016. E secondo Peppe Giorgini, di ritorno dal tavolo con la Ciip, nei prossimi mesi si andrà incontro a nuove notevoli carenze.

«La giornata di presentazione del nuovo acquedotto del Pescara – dice il consigliere pentastellato – è stata un’occasione preziosa per tornare sull’argomento acqua.

Lo sconvolgimento delle falde acquifere a cui storicamente il territorio Piceno ha sempre fatto riferimento, è stato fra le conseguenze meno note della crisi sismica iniziata nell’agosto del 2016; tale situazione imprevista e imprevedibile ha prodotto una drammatica diminuzione della disponibilità d’acqua. Diminuzione peraltro aggravata dalla mancanza di precipitazioni. È facile prevedere che stando così le cose e nonostante la meritoria attività del Consorzio Idrico, presto avremo a che fare con una crisi idrica senza precedenti.

Nel lungo confronto avuto la settima scorsa con il presidente della Ciip Alati e con i suoi tecnici, sono emerse infatti in tutta la loro gravità le difficoltà che l’azienda ha nell’approvvigionamento idrico sia per la vicina Pasqua sia per la prossima estate. Le captazioni dalle sorgenti si sono ridotte più del 50% e i pozzi di soccorso, seppur in fase di autorizzazione sull’aumento dei prelievi, non potranno risolvere il problema della grave carenza di acqua.

Attualmente si lavora su più fronti. Da una parte per l’emungimento dalle fonti e le miglioria sulla rete. Dall’altra per la collaborazione e l’interconnessione con i gestori delle altre Ato allo scopo di creare sinergie. Il tutto, per reagire in tempo reale ai bisogni quotidiani.

Si è messo in moto un circuito virtuoso di finanziamenti, collaborazioni e progetti. Ma dobbiamo tenere a mente che a confronto del bisogno che si è generato nel corso di pochi mesi a valle delle scosse principali, qualunque soluzione potrà dare effetti solo sul medio-lungo termine.

Nel frattempo è necessario che la cittadinanza prenda coscienza della situazione di necessità. Oltre a ciò, bisogna tornare al momento in cui la fornitura d’acqua non era affatto scontata, tanto da aver praticamente abolito l’uso di serbatoi e autoclave e aver abbandonato la lodevole iniziativa di prevedere due linee nelle abitazioni, una per l’acqua potabile, una per i servizi igienici.

Le priorità. Facciamo tutti molta attenzione all’uso dell’acqua. Torniamo a invogliarne il risparmio, usiamola consapevolmente. Inoltre, siano verificate al più presto la disponibilità di vasche e serbatoi. Chi ne abbia facoltà, organizzi nelle scuole di ogni ordine e grado momenti di sensibilizzazione all’uso parsimonioso dell’acqua.

Sarà una sfida difficile, che coinvolgerà tutti. Ma non se ne può fare a meno. Non in attesa di momenti migliori ma in funzione di una società più consapevole de beni (limitati) di cui dispone».

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