Crollo ponte in A14, svolti esami sul posto con asportazione reperti

Sollevamento dei ”monconi” crollati del ponte 167 dell’A14, raccolta, esame e asportazione di reperti (tra cui i martinetti usati per la sopraelevazione), inizio demolizioni delle parti pericolanti. Sono alcuni degli atti irripetibili in corso nei pressi del cavalcavia il cui crollo, il 9 marzo scorso, tra Camerano e Castelfidardo, costò la vita ai coniugi Emidio Diomede e Antonella Viviani di Spinetoli. Per svolgere le operazioni, disposte nell’inchiesta per disastro e omicidio colposi che coinvolge 41 indagati (37 persone fisiche e quattro società), è stata chiusa nella giornata di ieri mattina la carreggiata nord nel tratto interessato, con utilizzo di quella sud per il traffico in entrambe le direzioni, con conseguente accumulo di quasi 4 km di coda, circa 3 km invece nel pomeriggio, anche a causa di altri lavori in corso sulla viabilità circostante.

Le operazioni irripetibili sono iniziate alle 22 di martedì alla presenza del pm Irene Bilotta, dei suoi tecnici (gli ingegneri Luigino Dezi e Michele Pierri) e di decine di consulenti nominati dagli indagati e si sono concluse ieri sera. Tra le priorità dell’accertamento, anche quelle di asportare i pezzi del cavalcavia precipitati sul camioncino di una delle ditte, poi liberato dalle macerie e portato via. L’inchiesta intende far luce sulle cause della tragedia: nel mirino degli inquirenti l’intera procedura. Non solo la fase esecutiva ma la filiera d’appalto, la fase progettuale e le disposizioni fornite alla ditta esecutrice delle opere di sopraelevazione del ponte. Per raccogliere elementi utili il pm ha fatto sequestrare anche cinque telefonini di altrettanti indagati per esaminare, i traffici telefonici e le condivisioni di foto e documenti a partire da una settimana prima del crollo.

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