Demografia d’impresa, numeri in calo nel 2022 del Piceno 144 attività in meno in 12 mesi

Dopo due anni trascorsi all’insegna delle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, il 2022 avrebbe dovuto rappresentare un punto di svolta nel percorso di ripresa economica del Piceno, un territorio messo già a dura prova dal dramma del terremoto e poi ulteriormente penalizzato dall’avvento della pandemia.

Eppure, nonostante le iniziali previsioni ottimistiche legate anche alle significative opportunità a disposizione nell’ambito del Pnrr, il tessuto imprenditoriale locale ha dovuto affrontare una serie di inattese criticità che hanno inevitabilmente caratterizzato un’annata ben più complessa del previsto.

È quanto emerge dall’indagine condotta dalla CNA di Ascoli Piceno, che a partire dai dati elaborati dal Centro studi CNA Marche analizza il 2022 dal punto di vista delle piccole e medie imprese, ponendo in evidenza le conseguenze concrete delle tensioni geopolitiche globali, della spirale inflazionistica abbattutasi in maniera trasversale su tutti i settori dell’economia picena e dell’incubo vissuto dal tratto piceno dell’A14, dove cantieri, riduzioni e cambi di carreggiata continuano a mietere vittime innocenti.

Scendendo nel dettaglio, i continui rincari di energia e materie prime non hanno infatti tardato a riflettersi sulla demografia d’impresa del Piceno, che tra il 2021 e il 2022 ha assistito alla perdita di 144 imprese attive, pari allo 0,7% del totale: sono 20.610 le aziende che, nonostante le difficoltà quotidiane, continuano a rappresentare un valore aggiunto per il territorio, a fronte delle 20.754 attive nel 2021.

Un trend negativo che ha coinvolto in primis il settore del commercio, che a fine 2022 poteva contare su 4.612 imprese, 112 in meno (-2,4%) rispetto all’annualità precedente. Numeri più contenuti, con proporzioni però del tutto simili, per le attività di trasporto e magazzinaggio, che registrano un calo di 14 unità (-2,7%) nell’arco di dodici mesi, passando dalle 527 del 2021 alle 513 dello scorso anno.

Cifre in calo anche nel comparto manifatturiero, storico fiore all’occhiello del Piceno, che oggi conta 2.083 realtà produttive, 25 in meno rispetto alle 2.108 del 2021 (-1,2%), e nel settore primario, con agricoltura, silvicoltura e pesca costrette a fare i conti con la perdita di 74 imprese (-2,1%).

Un quadro generale tutt’altro che rassicurante, anche in relazione alle diverse criticità che tuttora penalizzano le piccole realtà imprenditoriali, ma che non per questo non contempla alcune note liete in un panorama demografico ridimensionato anno dopo anno.

È il caso delle attività di servizi a supporto delle imprese, che nel saldo tra le due annualità prese in esame guadagnano 32 nuove imprese (+4,5%), ma anche delle attività di carattere sanitario (+7,4%), professionale, scientifico e tecnico – 19 aziende in più, il 2,2% delle 860 attive nel 2021 – e delle imprese attive nel mondo dell’arte, dello sport e dell’intrattenimento, che dopo due anni trascorsi all’insegna delle restrizioni possono ora contare su 460 realtà imprenditoriali, 14 in più rispetto al 2021 (+3,1%).

Si tratta, in questi ultimi casi, di aspetti indubbiamente positivi da cui ripartire in questo 2023, tuttavia non sufficienti a stravolgere uno scenario che, a conti fatti, desta inevitabilmente la preoccupazione della CNA di Ascoli Piceno in termini di prospettive a medio e lungo termine e che, spingendo lo sguardo al di là dei confini provinciali, peggiora drasticamente.

Lo dimostrano i dati relativi alle altre province marchigiane, che nel 2022 registrano un netto calo in termini di imprese attive: si passa dal -3,4% fatto segnare da Ancona rispetto al 2021 al -6,2% del Maceratese, maglia nera delle Marche, senza dimenticare il -4,7% di Fermo e il -3,3% di Pesaro e Urbino.

«I dati non fanno altro che fotografare il momento particolarmente delicato vissuto dal tessuto imprenditoriale locale – afferma Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli Piceno – che nonostante le innegabili difficoltà riesce, con sacrifici e dedizione, a contenere gli effetti della crisi globale.

Pur continuando a fornire quotidianamente assistenza e supporto agli imprenditori e aspiranti tali del Piceno, già nel corso del 2022 la nostra associazione aveva denunciato la necessità di un tempestivo intervento da parte delle istituzioni per tutelare le eccellenze imprenditoriali del nostro territorio.

Dalle sorti della piccola e media impresa passa il futuro della nostra provincia, un patrimonio da preservare investendo con decisione sul fronte della lotta alla burocrazia, del sostegno alle aziende e delle infrastrutture.

In questo senso, anche in relazione all’ennesima tragedia andata in scena sulle corsie  dell’autostrada A14, ribadiamo l’urgenza di un confronto con la Prefettura, la Regione Marche e tutte le parti sociali ed economiche coinvolte per individuare una soluzione in grado di ripristinare una volta per tutte la sicurezza stradale che cittadini e imprese meritano».

«Le criticità che ad oggi caratterizzano la quotidianità di chi fa impresa mettono a rischio le prospettive di crescita del nostro territorio – sottolinea Arianna Trillini, presidente della CNA di Ascoli Piceno -. Insieme agli imprenditori, la nostra associazione sta portando avanti un percorso volto a promuovere e incentivare la creazione d’impresa, che necessita tuttavia di essere affiancato da misure efficaci e a misura di Pmi per poter garantire un adeguato ricambio generazionale e invertire così una tendenza a dir poco preoccupante».

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