I Disoccupati piceni: ” La situazione si fa ancora più preoccupante”

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ASCOLI PICENO – I Disoccupati piceni continuano a sottolineare  “La mancanza, di opportunità occupazionali, costringe molti giovani, a lasciare il nostro territorio. La situazione si fa sempre più preoccupante. Prosegue il continuo calo delle nascite e l’esodo verso altre regioni. Abbiamo raggiunto dati simili, a una provincia del “Sud”, ma non abbiamo le stesse opportunità che il nuovo Governo offre alle Regioni ubicate al di à del fiume Tronto. Tutti hanno coscienza della grave situazione economica del Meridione, e della necessità di enormi investimenti. Noi, residenti nell’Italia centrale, nel sud delle Marche, siamo abbandonati. Da tempo, chiediamo, un tavolo istituzionale”

“Nel Piceno, le infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali, e purtroppo anche sanitarie sono obsolete e insoddisfacenti. Questa è la situazione, se aggiungiamo, anche il terremoto, dovremmo chiedere, un ministro per il “Centro Italia”, visto che è stato nominato un ministro per “il Sud.” Per affrontare questa difficile situazione, che si protrae da anni, serve l’unità e l’impegno di tutte le forze politiche, a ogni livello, dalle amministrazioni locali, fino agli onorevoli eletti a Roma. La volontà di affrontare seriamente la crisi, purtroppo non la vediamo, proseguono le inutili schermaglie locali, per arrivare alla quasi totale assenza dei nostri Parlamentari. Molti Onorevoli si fanno vedere, solo in foto, a noi piacerebbe vederli in una conferenza pubblica, per sapere quali priorità stanno portando avanti a Roma, e soprattutto come pensano di risolvere la crisi occupazionale” dicono i Disoccupati che concludono ricordando che “Altro triste dato, percepito, di fronte a questa situazione, è l’indifferenza che mostrano molti cittadini. Chi lavora e ancor di più, chi possiede un posto pubblico, non ha conoscenza o percezione degli innumerevoli disoccupati di questa provincia. Per la nostra società non c’è futuro, se vengono a mancare la solidarietà e la giustizia sociale. Il nostro Paese, cessa di esistere se diventa indifferente, nei confronti della sofferenza e della sopraffazione”.

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