I Disoccupati Piceni:” Servono investimenti importanti sul territorio”

I Disoccupati Piceni

ASCOLI PICENO – Il gruppo dei “Disoccupati Piceni”, negli ultimi mesi ha incontrato tutti Comitati dei sindaci della Provincia e alcuni singoli Comuni del Piceno. Durante questi incontri hanno riportato la difficile situazione di disagio economico-sociale delle famiglie e presentato i punti della piattaforma, per affrontare questa grave situazione. Come tutti sappiamo, il nostro territorio è stato colpito, da una grave crisi economica, iniziata nei primi anni Duemila. Oggi il Piceno detiene il triste primato di avere il cosiddetto “reddito più basso d’Italia” e il più alto tasso di disoccupazione delle Marche, e se aggiungiamo un terremoto devastante, il quadro è drammatico.

Nel pomeriggio di ieri, presso la Sala della Ragione del Palazzo dei Capitani c’è stato  un incontro, dall’amministrazione ascolana, rappresentata in quest’occasione dal vice sindaco l’assessore  Ferretti. Un incontro per ribadire, un intervento energico e straordinario, per affrontare questa difficile situazione economica-sociale. In una nota i Disoccupati ricordano che “Ci sono cittadini che da parecchi anni, sono senza occupazione e reddito. Dobbiamo ammettere, che qualcosa a livello regionale si muove, ci sono alcuni provvedimenti interessanti, ma ancora insufficienti.Il problema della disoccupazione inizia a colpire un po’ tutta la regione, si parla di circa 70.000 senza lavoro, è la conseguenza del fatto che il cittadino senza lavoro e reddito, non spende. Il mercato si ferma, le aziende hanno i magazzini pieni, e si comincia a ridurre il personale. Durante, l’incontro, abbiamo letto e spiegato la nostra piattaforma. Abbiamo evidenziato, la necessità di fermare “l’emorragia di posti di lavoro e la precarietà” introdotta dal job act. Occorre un “ammortizzatore modulato ai periodi di disoccupazione”, che deve garantire reddito e contributi pensionistici, per affrontare la flessibilità e la precarietà del lavoro introdotta da queste nuove ed errate leggi. Il migliore ammortizzatore è un posto di lavoro stabile e sicuro. Contemporaneamente, si deve ripensare a un piano di sviluppo del territorio, compressivo di nuove infrastrutture, perché non è possibile pensare, di andare avanti solo con gli ammortizzatori”

Proseguono i Disoccupati: “Ovviamente alcune richieste hanno più competenza regionale e nazionale. Come ad esempio la nostra richiesta di garantire agli over 50 con almeno 25-30 anni di contributi, lavori socialmente utili. Oppure Concedere ai disoccupati ultracinquantenni, che hanno già versato almeno 30 anni di contributi presso l’Inps, la possibilità di andare in pensione, senza aspettare i fatidici 43 anni contributivi, oggi difficilmente raggiungibili con la precarietà del lavoro. Abbiamo cercato di fare capire, che alcuni provvedimenti creano un vero e proprio “cortocircuito negativo” dell’economia. Come ad esempio, l’obbligo di raggiungere la pensione a 67 anni, lavorando in aziende private, oggi è molto improbabile, con i limite di assunzioni dei 29 anni e le ingenti risorse economiche fornite per l’assunzione dei giovani. In passato, un padre 50enne con 30-35 di contributi raggiungeva la pensione. Oggi un padre 50enne, con un figlio di 18 anni, dovrebbe occupare il posto di lavoro per altri 17 anni, perché dovrebbe arrivare a 67 anni per andare in pensione.Alla Regione e al Ministero, chiederemo, provvedimenti per “ancorare” al territorio, le aziende che ricevono risorse pubbliche. I macchinari acquistati con i fondi Statali, che paghiamo con le nostre tasse, non possono essere delocalizzati. Ripetiamo, per garantire l’uso corretto delle risorse pubbliche investite, lo Stato deve pretendere, che i rappresentanti del territorio, in cui è presente lo stabilimento (Comune e Regione), insieme ai rappresentanti dei lavoratori, devono sedere nel consiglio d’amministrazione aziendale e partecipare in maniera attiva delle decisioni, come già da anni, si fa in diverse nazioni. Questo per dire che le aziende devono essere “motore di ricchezza, no l’occasione per truffare la comunità, chiudendo le aziende e vendendo i macchinari, all’estero”, lasciando interi territori desertificati, e famiglie nella disperazione.L’incontro cordiale e costruttivo è terminato, con l’impegno da parte dell’amministrazione ascolana, di ri-proporre la nostra piattaforma, a tutte le amministrazioni locali, per la sottoscrizione. Il documento sarà prima consegnato alla Commissione lavoro della Regione e in seguito al Ministero dello sviluppo economico”

Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

L'azienda Sabelli è la Company to Watch 2017

Articolo Successivo

Ricostruzione post-sisma, istruzioni per l'uso da Confartigianato-Anaepa